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Russia-Ucraina: il doppiopesismo delle nuove “strane” regole di Zuckerberg

Si può incitare alla violenza su Facebook e Instagram?

 

Da qualche giorno sono cambiate le regole della community Meta per ciò che concerne post e commenti che incitano alla violenza. Si può tranquillamente invocare la morte di Putin? O la morte dei Russi? O una catastrofe a Mosca?

Si stenta a crederlo, ma è proprio così. Lo ha confermato lo stesso portavoce di Meta, come riportato sul sito dell’Ansa: “A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole. Ad esempio, post violenti come l’invocare la ‘morte agli invasori russi‘. Non consentiremo nulla che riguardi la promozione della violenza contro i civili russi“.

Sempre su Ansa.it si legge che in alcune email interne, Meta avrebbe consentito l’elogio del battaglione ucraino di destra Azov, notoriamente neonazista, cosa normalmente proibita. Il portavoce di Meta, Joe Osborne, aveva confermato l’eccezione “rigorosamente nel solo contesto della difesa dell’Ucraina“.

Provare per credere

Sotto un post di Facebook riguardante la notizia, lanciata dalla Russia, di una ipotetica caduta della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a causa delle sanzioni che stanno colpendo la società statale russa che si occupa dei rifornimenti tramite navicelle, sono apparsi commenti del calibro: “Cadrà sul Cremlino”, Sulla Russia”, “La stazione spaziale potrebbe anche cadere su Mosca”, “Cade sul Cremlino”, “Magari casca in testa a Putin” e un addirittura “Speriamo sopra Montecitorio”. I commenti sono ancora lì, visibili a tutti, senza censura.

Commento dal contenuto violento contro Putin

 

Commento dal contenuto violento contro il Cremlino

 

Commento dal contenuto violento contro Mosca

 

Commento dal contenuto violento contro la Russia

 

Addirittura un commento violento contro Montecitorio, Palazzo del Parlamento italiano

 

Provate a verificare (ve lo sconsiglio vivamente!) cosa avviene sostituendo “Mosca”, “Putin” o “Cremlino” con “comico ucraino”.
Io ci ho provato. Il risultato? Dopo un paio di minuti il commento è stato (giustamente) oscurato e l’account bloccato per 24 ore senza possibilità di pubblicare post, né commentare, con l’impossibilità per 2 giorni di poter partecipare ai gruppi e con i post che saranno spostati più in basso nel feed per 29 giorni.

 

Commento di verifica utilizzando “comico ucraino” in sostituzione di “Mosca”, “Putin”, “Cremlino”, “Russia”, etc.

 

Risultato a seguito della verifica effettuata con commento violento censurato dalla community di Meta

 

Due pesi, due misure

C’è un linguaggio violento consentito, se non addirittura consigliato e supportato da Meta, e uno correttamente censurato.
Perciò non ci si deve meravigliare se, come riferisce la Tass Russian News Agency, citando un comunicato della procura, l’ufficio del procuratore generale russo chiede che Meta, la società che detiene Facebook e Instagram, venga riconosciuta come organizzazione estremista. “Quello che Meta sta facendo è chiamato ‘incitamento all’odio razziale’ che nella legislazione russa si qualifica come estremismo“, dice alla Tass Anton Gorelkinla, il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni.


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