Se si nomina Murakami, si è certi di trovarsi davanti a qualcosa di unico nel suo genere.
Raramente delude i suoi numerosi lettori che lo seguono, fedeli, in giro per il mondo, da anni.
Perennemente candidato e ad un soffio dal vincere il “Nobel per la Letteratura“, è uno dei scrittori più amati e più contrastati della letteratura contemporanea. O si ama o si odia, non esistono altre misure davanti ad un gigante del suo calibro.
In questo nuovo libro ci appare chiaro fin dal primo rigo che abbiamo davanti un Murakami più maturo, riflessivo, sensibile e forse più “fragile”.
Seppur sempre molto schivo e restio a parlare della sua vita privata, attraverso otto episodi autobiografici si racconta e rievoca ai suoi lettori dei momenti che in qualche modo hanno segnato il percorso della sua vita.
Così, come catturati da un sogno, trascinati per mano dal sensei, ci ritroviamo a camminare tra le strade di Tokyo ritrovandoci al Meiji Jingu Stadium a seguire le partite di baseball della sua squadra preferita.
O ad ascoltare “Carnaval” di Schumann in compagnia di una donna “bruttissima” e misteriosa.
E ci sembra del tutto normale seguirlo in uno dei suoi tanti viaggi e ritrovarlo immerso in una vasca termale di un ryokan mentre conversa d’amore con una scimmia parlante che gli strofina la schiena.
Del resto, re assoluto dell’onirico e del surreale, ha fin da sempre abituato il suo pubblico ad andare oltre la banale realtà che ci circonda. E a vedere che l’irreale è subito dietro l’angolo e non esiste solo un mondo ma tanti mondi uno dentro l’altro o a fianco. E nessun episodio per quanto “innocuo” in apparenza, può esimersi dal trasformarsi in qualcosa di straordinario.
Consigliata la lettura per chi vuole evadere dalla pesantezza del quotidiano e non si accontenta di leggere un libro qualunque.
lo consiglio
molto bello
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