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Ferrari 456 GT: 30 anni di stile per la coupé 2+2

Classe a volontà per la più bella auto sportiva a quattro posti dell'era moderna.

La Ferrari 456 GT si appresta a spegnere le 30 candeline. Sono passati 6 lustri dalla sua presentazione, avvenuta nel 1992. Teatro del debutto, la sede del Garage Francorchamps, in Belgio. Un giusto è doveroso omaggio all’importatore e pilota Jacques Swaters, cui si deve, fra l’altro, la nascita di questa concessionaria, la prima del “cavallino rampante” su scala mondiale. L’auto fu svelata con un colore a lui dedicato: il Blue Swaters.

Enzo Ferrari, se fosse stato in vita, avrebbe apprezzato, anche in virtù del genuino e sincero rapporto di amicizia che legava i due. Oggi, a tre decenni di distanza dal debutto, la Ferrari 456 GT continua a sedurre gli appassionati, con le note del suo carisma. Scopriamo più da vicino questa vettura, sbocciata in quasi 3300 esemplari. Il suo ciclo commerciale si chiuse nel 2003, con lo step successivo, contraddistinto dalla lettera “M” in coda alla sigla.

Lo stile dell’auto

 

Quando si pensa ad una coupé 2+2 sportiva e raffinata, il pensiero corre alla Ferrari 456 GT, che fornisce un’interpretazione del tema al massimo livello. Il merito è di Pietro Camardella, autore del suo design per Pininfarina. Rispetto alla 412, che andava a rimpiazzare, il lessico espressivo è totalmente diverso. Qui non ci sono linee squadrate, ma il design sposa un taglio morbido e sensuale, che profuma di classe.

Scorrendo i suoi tratti, si coglie una lontana parentela con la 365 GTB/4 Daytona, “zia” a due posti secchi di questa creatura. Il legame non è diretto, ma aleggia nell’aria. Evocare la storia, senza cedere alla tentazione di un remake, è un esercizio che solo i più bravi riescono a compiere con sublime delicatezza. Tanto di cappello a chi ha messo a segno un simile risultato.

La Ferrari 456 GT tocca le vette del gusto, con linee da Gran Turismo splendidamente equilibrate. Nessun dettaglio è fuori posto, in una composizione fluida ed armonica, che dissimula bene la presenza dei due sedili posteriori. Il frontale basso e snello si coniuga alla coda alta e tondeggiante con un profilo laterale da antologia. Girando attorno all’auto si scopre un gioco di volumi che incanta per la varietà di emozioni regalate agli occhi e poi trasmesse al cuore. Chapeau!

Il motore della Ferrari 456 GT

 

Come su ogni auto di Maranello, il cuore pulsante era al vertice della propria categoria. Stiamo parlando di V12 aspirato da 5474 centimetri cubi di cilindrata, interamente in lega d’alluminio. Al suo attivo la bellezza di 442 cavalli, a 6250 giri al minuto. Notevole anche la coppia massima, pari a 550 Nm a 4500 giri al minuto.

Il risultato? Un grande vigore dinamico, con un’elasticità di marcia davvero al top. Questo bialbero, con 4 valvole per cilindro e iniezione elettronica Bosch Motronic M2.7, ha una cilindrata unitaria pari alla sigla numerica del modello. Ecco spiegata l’origine del nome. Ciò che le cifre non raccontano è, però, il quadro emotivo regalato dall’unità propulsiva, la cui verve si esprime con sonorità meccaniche di alta gamma.

Abbandonarsi al fascino delle note musicali della Ferrari 456 GT è una vera delizia per le orecchie. Roba che le auto elettriche possono soltanto sognare. L’energia proveniente dal motore viene scaricata a terra con l’ausilio di un cambio manuale a 6 rapporti. Della vettura è stata prodotta anche una versione GTA, con cambio automatico a 4 rapporti.

Le performance del modello

 

Nata per una clientela alla ricerca di una “rossa” più versatile delle altre, la Ferrari 456 GT era comunque degna del profilo prestazionale che ci si aspettava da una creatura del “cavallino rampante”. Anzi, risultava sorprendente su questo fronte, perché sulla pista di Fiorano non temeva il confronto con le coupé a due posti secchi. Basti dire che fra i cordoli del circuito di casa girava sullo stesso tempo della più estrema 512 TR, con 1’35″00.

Grazie alla forza propulsiva del V12 e alla raffinata aerodinamica, il quadro delle performance era al top nel suo periodo storico. Volete alcune le cifre? Eccovi accontentati: accelerazione da 0 a 100 km/h in 5.2 secondi, da 0 a 400 metri in 13.3 secondi, da 0 a 1000 metri in 23.3 secondi.

Per avere un riferimento, la ben più estrema (anche se più “vecchia”) Ferrari F40 liquidava il chilometro con partenza da fermo in 21 secondi netti. La velocità massima della 456 GT supera quota 300 km/h. Niente male, vero? Il tutto in grande souplesse, perché questa “rossa” è sana ed equilibrata, anche come telaio, sospensioni, distribuzione dei pesi, sterzo e freni. La sua miscela di bellezza, prestazioni, emozioni e comfort, sin dal debutto, fece breccia nel cuore di molti Vip.


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