Benché a lungo territorio governato da sovrani di religione musulmana, la Spagna ha offerto ospitalità ad antiche fondazioni monastiche, in particolare nelle regioni settentrionali.
In modo particolare, lungo la via di pellegrinaggio che portava a Santiago de Compostela, che corre proprio a nord della Spagna. Qui sorsero, durante il Medioevo, numerosissime fondazioni che, però, nel corso dei secoli, si avviarono verso la decadenza. Questa è, per esempio, la storia del movimento benedettino.
Solo gli Ordini mendicanti continuarono a fiorire, costruendo nuovi edifici religiosi. La Rivoluzione francese sancisce la fine della tradizione monastica spagnola. Ci vollero secoli, affinché la vita religiosa ritornasse nei molti monasteri che erano stati abbandonati.
Il Monastero de Santa Maria la Real de las Huelgas a Burgos
Burgos è un comune spagnolo che si trova nella comunità autonoma di Castiglia e Leòn. È una città molto antica, fondata probabilmente nell’884 d.C. da un conte castigliano Diego Rodriguez “Porcelos”.
È appena fuori le mura di questa città che sorge il Monasterio de Santa Maria la Real de las Huelgas.
Ben indicato da una chiara segnaletica dal centro di Burgos, il monastero sorge in un tranquillo sobborgo a 1 km circa dalla cattedrale. L’imponente complesso de las Huelgas è una delle meraviglie gotiche di questa città, antica capitale della Castiglia e importante tappa sul Cammino di Santiago de Compostela.
Ancora oggi, non è raro vedere pellegrini che cercano riposo sotto il portico esterno che costeggia il fianco del monastero.
La storia della sua costruzione
Il Monastero di Santa Maria la Real di las Huelgas fu costruito nel 1187 per volere di re Alfonso VIII di Castiglia, sul luogo in cui esisteva una residenza estiva del sovrano “la Huelgas”. Questa parola significa letteralmente ricreazione, quindi luogo di villeggiatura. Il fatto di trovarsi sul Cammino di Santiago de Compostela, suggerì anche la costruzione di un grande ospizio.
Alla fine del Duecento, il monastero era già completato nelle forme in cui lo vediamo oggi. Le sue badesse, in gran parte di sangue reale, avevano un potere grandissimo e portavano la mitra, la croce pettorale e il bastone, proprio come i vescovi. Col tempo questa tradizione è andata scomparendo, ma la badessa di las Huelgas mantiene sempre la giurisdizione su tutti i monasteri spagnoli.
La Comunità, che comprende 40 monache di clausura cistercensi trappiste, continua ad essere un fiorente e attivo punto di riferimento non solo per Burgos, ma per la Spagna intera.
Il Monastero di Santa Maria la Real de las Huelgas oggi
Questo monastero, diventato monumento nazionale, unisce una vocazione museale all’identità religiosa grazie alla presenza della Comunità cistercense che da secoli guida il monastero. Costituisce uno dei più interessanti esempi di complesso religioso di fondazione reale, destinato ad ospitare soprattutto membri delle famiglie reali spagnole.
Ai giorni nostri, questo luogo è ancora uno dei più frequentati sia dai pellegrini che dai turisti, nonostante lo stretto regime di clausura cui sono vincolate le monache negli orari di apertura al pubblico.
Architettura e tesori
La chiesa, gotica e a tre navate, è divisa da una parete che separa il grande coro delle monache dagli ambienti accessibili al pubblico. Un pulpito girevole permetteva al sacerdote di officiare a tutte e due le parti.
Nella navata, si trovano gli splendidi sepolcri di Fernando de Cerda, Alfonso VIII e della moglie Eleonora d’Aquitania.
Sul chiostro di San Fernando, anch’esso in stile gotico, si apre la sala Capitolare con belle colonne a palma dalle grandi nervature, quadri fiamminghi e ritratti del re e badesse. Nel piccolo chiostro romanico, detto Claustrillo, notevoli i capitelli.
Nel Museo degli Abiti, si trovano interessantissimi tessuti originali, indossati dai nobili al momento della sepoltura, e ritrovati nel 1942 all’apertura di alcuni sarcofagi.
Visitare il Monastero di Santa Maria la Real de las Huelgas
L’antica tradizione di ospitalità che risale al Duecento continua ancora oggi.
La foresteria, restaurata di recente, conserva la stessa atmosfera che aveva nel Medioevo, quando accoglieva i pellegrini di Compostela. Purtroppo le stanze sono solo 15 e la lista d’attesa, anche per trascorrere un solo giorno al monastero, è sempre lunghissima, specialmente in estate.
È fondamentale sapere che, per quanto riguarda l’alloggiamento, nel monastero sono ammesse solo le donne. Per quanto riguarda le visite, invece, sono ammessi anche gli uomini.
Le visite sono guidate e per piccoli gruppi, e bisogna pagare un biglietto che si acquista nel negozietto appena dentro il grande cortile.
La visita comprende:
- La chiesa;
- I sepolcri dei fondatori e dei nobili;
- Il grande chiostro;
- La Sala Capitolare, dove è esposto il trofeo arabo conquistato dalle armate spagnole nella battaglia di Navas de Tolosa;
- Il piccolo Museo degli Abiti, dove sono conservati preziosi abiti medievali.
Inoltre, si può presenziare alle funzioni religiose del monastero, ma solo se si è ospiti.
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