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The Sound of Magic: Annarasumanara – Recensione

The Sound of Magic è la nuova serie sudcoreana di Netflix, distribuita dal 6 maggio.

Serie tratta dal webtoon Annarasumanara di Il-Kwon Ha.

Trama

Nella scuola frequentata da Yoon Ah-yi, si parla spesso di un mago che vive dentro il luna park abbandonato, che ha la capacità di far davvero sparire le persone.

Yoon Ah-yi ha un pesante fardello sulle spalle.
Deve provvedere a se stessa ed alla sua sorellina, completamente abbandonate dalle figure genitoriali. Il padre è perseguitato dagli esattori, scappando da essi, mentre la madre ha abbandonato la famiglia in difficoltà, facendo scomparire le sue tracce.

Yoon Ah-yi non ha soldi, non riesce a comprare da magiare né a pagare l’affitto della casa, si ritrova continuamente con l’acqua alla gola. Un giorno riuscirà ad ottenere un posto part-time in un minimarket e per lei le cose sembreranno cominciare ad andare per il verso giusto, ma così non sarà.

Quando riuscirà a ritirare la sua prima paga, quella singola banconota le scapperà dalle mani e la condurrà, fluttuando nell’aria, all’interno del luna park abbandonato. L’incontro con il mago la destabilizzerà.

Eppure, in più occasioni Yoon Ah-yi si ritroverà alla presenza del mago e in altrettante lui apparirà (come per magia) in suo aiuto, nelle situazioni più disperate.

Nella vita di Yoon Ah-yi, entrerà a far parte anche Na Il-Deung, lo studente più bravo e con i voti più alti dell’intero istituto.

Na Il-Deung però non accetta che la compagna di banco sia la migliore in matematica, rubandogli il podio. La accusa di non essere lei brava, ma di avere un insegnate preparatorio più esperto del suo. Ma lei studia da autodidatta.

Nel frattempo un giallo affligge la scuola e il quartiere: una loro compagna (Seo Ha-yoon) è scomparsa e nessuno ha sue notizie. In qualche modo il mago ne è turbato personalmente.

Dimmi, tu credi nella magia?

Na Il-Deung

Se inizialmente si dava per scontato che i protagonisti fossero Yoon Ah-yi e il mago, con il tempo sarà evidente che anche Na Il-Deung ha il suo ruolo da primario. Si insinua più lentamente e figura apparentemente come futuro interesse amoroso di Yoon Ah-yi.

Na Il-Deung mostra immediatamente un interesse per la sua compagna di banco, approcciandosi in modi piuttosto impacciati e rudi. Infatti Yoon Ah-yi penserà sempre di essere attaccata o derisa da lui.

I modi imbranati di Na Il-Deung arriveranno a dei livelli che danneggeranno Yoon Ah-yi, geloso del rapporto che ella ha con il mago. Incapace di comprendere se la compagnia che si danno sia scaturita dal denaro o dall’amore.

Il denaro gli appare come unica strada ed è quella che anche lui intraprenderà, raccogliendo positività per sé, ma distruggendo la reputazione di Yoon Ah-yi.

La diffidenza verso il mago sarà il motivo principale che guiderà Na Il-Deung verso di lui, ma invece di esserne indispettito o disturbato, Na Il-Deung ne sarà sempre più affascinato.

Con il tempo la vita da perfetto studente asfissierà Na Il-Deung, vedendo nella magia e nella figura del mago la vera libertà. Per lui si prospetta un percorso tortuoso.

Non è troppo fredda la strada che stai percorrendo?

Il mago

Domanda ricorrente: è un vero mago?

La sua figura è fumosa e bizzarra. Nessuno riesce ad inquadrarlo e lui non vuole essere etichettato in nessun altro modo che non sia vero mago. Va in giro principalmente con abiti da illusionista, quello più utilizzato ricorda molto lo stile di Tuxedo Kamen (Milord in Sailor Moon).La sua magia oscilla tra illusioni da prestigiatore e vera magia dei sogni. Ma qual è la verità?

Ryu Min-hyuk (vero nome del mago) è misterioso ed infantile, un adulto che si diverte come un bambino e con il sorriso sempre sul volto, anche nei momenti più struggenti. Ha il dono di apparire ogni qualvolta qualcuno ha bisogno di vero aiuto, di individuare l’esatto momento in cui intervenire. Se inizialmente le sue attenzioni sono direzionate verso Yoon Ah-yi, successivamente anche Na Il-Deung entrerà tra le sue grazie. Ad entrambi mostrerà le sue premure e non si risparmierà.

Ha il desiderio di voler insegnare la magia a Yoon Ah-yi, che accetterà soltanto più tardi. Ma anche Na Il-Deung mostra lo stesso interesse e le sue lezioni non verranno dimenticate.

Possiede un pappagallo, Bella, che sembra capace di comprendere tutto quello che affligge Ryu Min-hyuk, preoccupandosi sempre per la sua salute. È l’essere che Ryu Min-hyuk ama di più.

Ma anche per qualcuno così spensierato, esiste una realtà buia e che lo addolora. Appare più fragile di quanto non faccia intravedere. Sarà a quel punto che Yoon Ah-yi si chiederà se non sia il mago ad aver bisogno di aiuto.

Sei stata tu a chiedere aiuto, con il pensiero.

Yoon Ah-yi

La nostra protagonista è forte e cerca di non abbattersi mai, ma la vita è amara con lei.
Continuamente viene bersagliata dalla mala sorte e dalle persone che la prendono di mira. Subisce i danni provocati dagli azzardi del padre e da tutti gli individui che la ritengono debole, facilmente soggiogabile. Soltanto sua sorella e il mago credono in lei.

Per arrivare al percorso che la legherà passo dopo passo al mago, dovrà continuamente piegarsi, ricevere manipolazioni dagli adulti. Verrà tradita inizialmente anche da Na Il-Deung. Diventare adulta alla svelta e ripagare tutti con la stessa moneta le si presenta come l’unica soluzione.

Fin dall’inizio Yoon Ah-yi tiene lontano il mago, ritenendolo infantile e non affidabile, non credendo minimamente alla sua magia. Gli eventi che vi susseguono la smentiscono e la presenza del mago diventa sempre più importante. Yoon Ah-yi anche quando non ha più nessuno, ha il mago. Per lei diventare la sua sostenitrice più affiatata è naturale. Aver fede in lui anche quando nessuno gli crederà. Si ritroverà a difendere e proteggere la sua magia a spada tratta, insieme a Na Il-Deung.

Eppure, il fatto che tu stia sorridendo è vera magia.

Il prodotto

The Sound of Magic ha tutto contenuto nel suo titolo, è una serie musicale. In ogni puntata sono presenti un minimo di tre canzoni distribuite sapientemente, intonate dai tre attori principali. A volte da solisti e altre in duetti.

La regia è pulita e ha una fotografia incredibilmente luminosa, forse anche troppa. I colori sono vividi e brillanti, vibrano in ogni scena.

Ma che tipo di prodotto è? Vi è una denuncia continua in tutte le sei puntate. Il tema delle differenze di classe è qualcosa che preme molto il popolo coreano, forse più evidente rispetto ad altri contesti. Parasite l’ha mostrato in modo piuttosto crudo e maligno, ma la malignità non è qualcosa di circoscritto a questa pellicola.

Alcune compagne di classe si divertono a prendere di mira Yoon Ah-yi per la sua povertà, che ella nasconde al meglio delle sue possibilità, ma in cui purtroppo fallisce. Anche lo stesso Na Il-Deung userà la sua situazione precaria a suo vantaggio. La scuola stessa ribalterà determinati eventi utilizzando le sue difficoltà finanziarie. Si sentirà presa in giro perfino dal mago, che invece non ha minimamente quell’intenzione, ma le servirà del tempo per capirlo.

Vi è anche il tema della pressione sociale, dell’omologazione, di quello che la società si aspetta da un individuo. Asfissiandolo, distruggendolo, togliendogli ogni sogno. La vita è dedita solo allo studio, ogni attimo, ogni momento e minuto. Primeggiare su tutti gli altri, non importa se sia legittimo o meno. Se si ferirà qualcuno.

A questo tema, si affiancheranno la malattia mentale e il tentato suicidio. Quando non si hanno vie di fuga da una società che sopprime e alita sul collo, corrispondere a certe aspettative, non si vede che un’unica via d’uscita. Purtroppo è una realtà che il Giappone e la Corea del Sud conoscono molto bene, il tasso dei suicidi è tra il più alto al mondo, soprattutto tra gli studenti liceali e universitari.

Sembrerà che mi ripeta, ma anche qui troviamo la pedofilia e il tentativo di stupro. Non è affrontato in modo banale, tutto il contrario. È incisivo e importante, subdolo e fa accapponare la pelle.

Un prodotto che appare leggero e fiabesco, intriso di magia, mette a duro contatto con la realtà della spregevolezza umana.

La simbologia del mago

Perché ogni persona che Yoon Ah-yi e Na Il-Deung incontrano inorridiscono al sentire il nome mago?

Come già anticipato, la società coreana è severa, non perdona errori. È schiava dell’apparenza. Di uno standard ben preciso e di dover essere un ingranaggio fondamentale della società. Di puntare soltanto in alto e mai in basso.

Non esiste il divertimento, la possibilità di scelta e di potersi perfino dedicare ad un passatempo che non sia remunerativo nel futuro.

Il mago è un essere di basso rango, che perde soltanto tempo prezioso in frivolezze. Si gingilla con qualcosa di poco valore. La figura del mago e della magia sono qualcosa che appartengono esclusivamente all’infanzia. Rappresenta tutto quello che un individuo non deve diventare.

Il mago è sinonimo di follia, di una possibile malattia mentale. Se si sceglie una via del genere, deve inevitabilmente essere qualcuno con delle anomalie.

Adesso lo so. Nessuno al mondo è pazzo. Ti ci fanno diventare, se non ti adatti agli standard della società.

Considerazioni

The Sound of Magic è una serie a me del tutto sconosciuta, e dubito che l’avrei degnata di uno sguardo. Non seguo prodotti coreani da secoli, se non un paio di manhwa.

Allora come ci sono arrivata?
Il 6 maggio Netflix mi inviò una notifica, che in genere ignoro, è ne lessi solo il titolo. Mi sono appuntata mentalmente la parola magic e basta. Il giorno dopo l’ho cercata tra le nuove uscite per noia, trovandola anche con difficoltà. Mi sono limitata a leggere le due righe di trama, senza nemmeno leggere la nazionalità del paese di produzione, senza guardare i volti degli attori. Ho premuto su play ed è semplicemente partita. Non l’ho mai fermata.

Le puntate durano un’ora abbondante e generalmente non apprezzo, soprattutto conoscendo il tipo di girato che i coreani adottano. I tempi sono dilatati, la recitazione è lenta, i primi piani non finiscono mai. Qualcosa che potrebbe essere affrontato in scene di una velocità umana e non da anime o fumettistica, viene protratto ad oltranza. Spesso ho avuto la sensazione che fossero due o tre episodi montati insieme per creare un’unica puntata.

Diciamo che bisogna sapere cosa si guarderà, conoscere il loro modo di creare questo genere di prodotto. Allora in quel caso eviterete di stoppare come avrei potuto fare io, se non avessi riconosciuto subito la mano dopo trenta secondi di episodio.

Posso dire che in ogni singolo minuto si vede quanto denaro hanno investito ed in genere i coreani non si contengono.

Se il vostro istinto vi suggerirà che qualcosa di brutto o anomalo sta per accadere durante un episodio, dategli retta.

Sono anche colpita dalla recitazione degli attori, quasi tutti sono eccellenti.
Certo, qualcuno esagera, come se fossimo in un classico dramma coreano, stonando alquanto con il prodotto creato, che invece ha una bellissima cura su questo aspetto.

Potrei contare le decine di volte in cui è stata proposta la scena cliché “aspetta”, in cui ogni personaggio ha una discussione con X, va via e viene fermato per continuarla e dare il colpo di grazia (positivo o negativo).
Ripeto: dilatazione del tempo infinita.

Ci sono molti elementi dimenticati mano a mano che le puntate vanno avanti.
Non li chiamerei dei veri e propri buchi di trama, ma semplicemente qualcosa che non serve più far vedere, quindi non viene mostrato. Peccato che io avrei voluto vederli, il minutaggio non gli mancava.

Ho apprezzato pochi numeri musicali, ma insomma, sono sopportabili.

Anche il doppiaggio è fatto molto bene, elemento da non dare per scontato. Netflix spesso non riserva una cura minuziosa al doppiaggio come dovrebbe, indipendentemente dal paese di produzione dell’originale.

Conclusione? Lo ritengo un prodotto molto carino, che ha bisogno del suo tempo per essere gustato e che ha tante sorprese speciali da regalare. Non ve ne pentirete.

Quando hai il cuore i frantumi, sai come aggiustarlo? Con le parole magiche: Annarasumanara


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14 Comments

  1. mi hai incuriosito un pò forse ci darò un opportunità sembra carina come serie e tra i personaggi di cui hai parlato mi sembra davvero interessante il mago

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