La Ruta Maya è una strada che attraversa cinque stati del Centroamerica: Honduras, Belize, Salvador, Guatemala e Messico. È la strada che percorre la grandiosa e affascinante civiltà dell’Impero Maya.
Itinerari archeologici e naturalistici meravigliosi, nel cuore di un ecosistema fatto di uomini, animali e piante. Il tutto tra le foreste pluviali della fascia tropicale americana.
All’interno di parchi naturali di incredibile bellezza, il viaggiatore sarà rapito dalle vestigia più antiche dei resti dell‘Impero del Serpente Piumato. O dai villaggi, dove gli Indios conservano ancora gelosamente una cultura millenaria.
Un viaggio da fare con occhi curiosi per entrare nelle suggestioni di un’antica filosofia, che vedeva la specie umana non padrona della natura ma parte di essa.
Ecoturismo: l’ambizioso progetto di Wilbur B. Garret
La Ruta Maya nacque da un’idea di Wilburn B.Garret, ex direttore del National Geographic Magazine.
È basata su una verità molto difficile da far accettare, perché riguarda un territorio dove le tensioni economiche e politiche sono sempre state violentissime.
Il principio di Garret è:
Conservare la propria identità culturale e naturale è occasione di ricchezza e sviluppo
Da questa dichiarazione, nel 1988 prese forma il progetto Ruta, con un accordo siglato a Guatemala City dai rappresentanti politici dei cinque stati interessati.
Non fu facile arrivare a quell’accordo. Il progetto era estremamente ambizioso ed aveva tantissimi paletti, per ridurre al massimo l’impatto ambientale dell’intera area.
Negli anni ’80 non vi era ancora una forte consapevolezza nei riguardi delle questioni ambientali. I governanti non volevano cooperare, in quanto preoccupati delle conseguenze politiche ed economiche, oltre ad essere condizionati da mille interessi.
A poco a poco, però, cominciarono a capire l’importanza dell’idea. Nel 1989 si mossero i primi passi concreti sulla Ruta Maya.
Gli allora presidenti del Messico, Carlos Salinas de Gortari e del Guatemala Marco Vinicio Cerezo Arevalo, siglarono un accordo di cooperazione.
Questo consisteva nella protezione e sviluppo delle aree naturali al confine tra i due Stati. Avrebbe dovuto portare, inoltre, alla costituzione di un immenso parco, protetto sotto gli auspici del progetto Uomo – Biosfera dell’Unesco. Sarebbe nato dalla fusione delle riserve di Calakmul in Messico e Maya in Guatemala.
Poco tempo dopo, si aggiunge la riserva del Rio Bravo nel Belize, nel cuore dell’Universo maya.
Una macchia verde di 3 milioni di ettari, che ospita gran parte delle specie animali e vegetali della foresta tropicale mesoamericana. Qui si trovano i ricchissimi complessi archeologici di Calakmul, Tikàl e Rio Azul.
Successivamente, in Nicaragua, viene stipulato il protocollo di “Alleanza per uno sviluppo sostenibile” tra i Paesi dell’area centroamericana.

Gli Indios: i protagonisti della Ruta Maya
La Ruta Maya nasce, soprattutto, come un progetto ecoturistico finalizzato alla creazione di nuovi parchi e all’organizzazione di itinerari archeologici e naturalistici.
La sfida più grande è eliminare l’emarginazione culturale degli indios, il sottosviluppo e le lusinghe dei traffici illegali di armi e droga.
Gli Indios sono i diretti discendenti dei Maya e hanno patito una discriminazione secolare. Quindi, questo progetto potrà considerarsi realizzato solo con il concreto coinvolgimento delle popolazioni locali.
Inoltre queste aree sono anche a rischio ambientale, a causa dell’aggressiva politica agricola delle multinazionali.
Garret fu un visionario.
In tempi in cui non si parlava molto di ambiente, egli immaginò un mondo dove questo era parte integrante di una cultura, ormai quasi dimenticata. Desiderava rilanciare l’economia in un mondo nuovo, pulito e “conveniente”.
Un argomento di grande attualità e di vitale importanza, per il presente e il futuro dell’umanità.

Ruta Maya, le tappe del viaggio – Cosa Vedere
Attraversare la Ruta Maya è un’esperienza che può segnare profondamente. Ogni tappa apre scenari suggestivi su un mondo misterioso.
Mettiamoci in viaggio, allora. Scopriamo cosa vedere lungo questo cammino.
Messico
Partendo dallo Yucatán, troviamo i grandiosi resti di Chichén Itzá.
È il più famoso sito maya del Messico, esteso su un’area di due miglia quadrate, e dominato dalla grande piramide del Tempio di Kukulkán dedicato a Quetzalcoátl. Durante gli equinozi di primavera e d’autunno, il sole disegna, con un gioco d’ombra, un gigantesco rettile, che scende i gradini della piramide fino alla base. Qui si congiunge alla testa scolpita di un serpente.
Non molto distante si trova Tulum, l’unica cittadella maya fortificata che conosciamo.
Si trova a picco su una scogliera calcarea, sospesa tra cielo, sabbia e mare. Il complesso è composto da circa 60 costruzioni.
Era uno dei principali porti utilizzato dai mercanti maya, che trafficavano lungo tutta la costa dei Caraibi.
Belize
Seguendo la rotta di questi mercanti, arriviamo in Belize, fino ad Althùn Ha (circa 40 chilometri a nord di Belize City). Un centro commerciale e cerimoniale di grande importanza.
Camminando lungo il tratto della Ruta Maya, che taglia il Belize da est a ovest quasi al confine con il Guatemala, scopriamo Xunantunich.
Un altro grandioso centro cerimoniale, dove si trova una delle più alte piramidi erette dai Maya. Salendo sulla sua sommità, possiamo ammirare centinaia di chilometri di foresta vergine.
In mezzo a questa foresta si apre una pista, creata nel 1992, per raggiungere il sito archeologico più grande ed importante di tutta l’America centrale: Caracol.
Caracol era una metropoli estesa per oltre dieci chilometri quadrati, rivale della città di Tikal che sconfisse militarmente nel 562 a.C. Il sito fu scoperto nel 1937 dagli archeologi dell’Università della Pennsylvania.
Guatemala
Entrando in Guatemala e attraversando una parte di foresta pluviale, ci appare Tikal.
Una delle più grandi e antiche città maya, uno straordinario agglomerato di templi e palazzi suddiviso in 64 quadranti.
Honduras
Scendendo a sud, oltre il confine con l’Honduras, c’è Copán.
Detta anche “l’Alessandria dei Maya“, è la città che custodisce la biblioteca della loro cultura. Nella pietra dei suoi monumenti sono scolpiti migliaia di glifi e arabeschi che, fino a qualche decennio fa, venivano interpretati come semplici decorazioni. Oggi questi segni, decodificati dagli archeologi, ci raccontano storie di re, dei, guerre, congiure e scienza. Sono incisi sulle stele, sugli altari e sui sessantatré gradini della scalinata detta “dei geroglifici”. Rappresenta una delle meraviglie di Copán.
Ritorno in Guatemala
Risalendo verso il nord, attraversiamo parte del Guatemala e ci fermiamo ad Abaj Takalik, a 190 km da Città del Guatemala.
Questo sito in epoca maya era un importante snodo commerciale, conosciuto soprattutto per il suo sistema di drenaggio idraulico. Oltre a numerosi monumenti in pietra, troviamo anche 2 campi adibiti al gioco della palla.
Ritorno in Messico
Ritornando in Messico, in prossimità del confine con il Guatemala, possiamo visitare Bonampak, un sito archeologico maya situato nel Chiapas. È famoso per una serie di affreschi, posti all’interno del “Tempio delle pitture murali“.
Trenta km più avanti c’è Yaxchilán. Importante sito archeologico, le cui rovine sono situate in un’ansa del fiume Usumacinta. Comprendono numerose strutture tra palazzi, strade, piazze e templi.
Infine non si può non vedere Palenque, detta la “perla dei Maya“.
Situata sempre nella regione del Chiapas, è un sito di medie dimensioni. Più piccolo di Tikál, ma che contiene alcune delle più belle opere di architettura e scultura maya.
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Luoghi spettacolari 😍
Un bel articolo
Che meraviglia
Wow!!!
ne ignoravo l’esistenza
molto interessante
che bella e che bella storia