Il 27 ottobre esce nelle nostre sale cinematografiche La Stranezza, diretto da Roberto Andò. Tra gli interpreti principali troviamo Toni Servillo, Salvatore Ficarra e Valentino Picone.
La Stranezza
In occasione del compleanno di Verga, nel 1920, Pirandello ritorna in Sicilia, ma ad accoglierlo vi è una
spiacevole notizia: la sua anziana balia è morta.
L’autore deciderà di finanziare i riti funebri, ed assistere che tutto venga svolto nel modo più corretto possibile.
In questa spiacevole occasione incontrerà gli unici due becchini della città, personalità particolari e pittoresche: Sebastiano (Bastiano) e Onofrio (Nofrio).
I due coltivano la passione del teatro. Hanno in produzione uno spettacolo, che sarà pronto entro pochi giorni: una commedia drammatica.
Onofrio ha ereditato la compagnia funebre dal suocero e sogna di scrivere il suo primo dramma, discostandosi finalmente dalla commedia in cui sia lui che il suo compare sono molto portati.
Sebastiano, invece, è scapolo e trova conforto nelle prostitute. Ha anche un atteggiamento eccessivamente iperprotettivo verso la sorella Santina (con un pretendente che tiene nascosto), allontanando tutti gli uomini che le si avvicinano.
Pirandello si trova in un periodo in cui è completamente bloccato creativamente, non riesce a creare la storia che vorrebbe. I volti dei personaggi gli volteggiano intorno, si materializzano, ma non riesce a costruire qualcosa che funzioni e gli rendi giustizia.![]()
Quando incontrerà i due becchini, all’inizio avrà una considerazione sgradevole.
Li riterrà degli incapaci nel loro lavoro, ma presto diventerà osservatore delle loro particolarità e siparietti, della passione nel creare il loro spettacolo teatrale perfetto, riaccendendo una scintilla spenta. Questo lo spingen a volersi trattenere nell’isola, per assistere di nascosto alle prove dello spettacolo.
Il grande giorno della messa in scena arriverà, ma nulla andrà come Nofrio avrebbe voluto. Comincerà a scatenarsi il caos, sia sul palco sia nella platea. Attori e pubblico si attaccheranno, urleranno e si accuseranno reciprocamente, il dramma nella vita vera si concretizzerà, ma Pirandello resterà estasiato da quel continuo interscambio.
Il dramma è la ragion d’essere del personaggio.
Sebastiano
Bastiano è la star di ogni loro spettacolo. Si prende i ruoli principali e cattura tutta l’attenzione su di sé, contornato da battute sarcastiche e ironiche, ma spinose che portano in giubilo il pubblico.
Vive soltanto con la sorella, che tiene sott’occhio continuamente. Le uniche donne che frequenta sono all’interno del bordello della città.
Prende di mira coloro che reputa dei pretendenti per Santina, e non degni di lei. Anche se sembra volere qualcuno di veramente eccelso per la sorella.
Considera Nofrio il suo più caro amico. Lo rende partecipe di tutto quello che gli accade, condividendo ogni suo pensiero e preoccupazione, compresa Santina.
Non segue molto le regole, va spesso in escandescenza e si lascia trasportare. Non rispetta nemmeno il desiderio e il duro lavoro di Onofrio nel voler trasporre un vero dramma. Ritiene che storia personaggi prendano la direzione che preferiscono, a prescindere da quale storia si scriva per loro.
Onofrio
Nofrio è fortemente istruito, amante dell’arte e soprattutto del teatro. Ha sempre scritto commedie e dirige con severità le prove del suo spettacolo, benché Bastiano sia molto più propenso alla leggerezza.
È impacciato e remissivo, molto pacato e non urla quasi mai. Ha una parola gentile per tutti.
Si illuminerà quando scoprirà chi si nasconde dietro quel visitatore, con cui hanno trascorso la giornata tra sepolture e decantazione per il teatro. Vorrebbe invitare Pirandello alla loro rappresentazione, ma quando giungerà nei pressi della sua abitazione, si tirerà indietro. Non vuole rendersi più ridicolo di quanto appaia, ed è ben consapevole che non avrà mai il dramma che vorrebbe, che nuovamente si trasformerà in una commedia. Nessuno rispetterà la sua direzione.
Nella mente dell’autore
Pirandello appare affaticato, esausto dalla sua incapacità di mettere su carta un nuovo scritto.
Gli appariranno, in diverse occasioni, le figure dei personaggi senza che riesca a collocarli da qualche parte, a scrivere la storia più appropriata. Non riesce a capire cosa si aspettino da lui.
La sua immaginazione è così grande che riesce ad interagire con loro. Perfino con la sua vecchia balia, ormai defunta. Lo aiuta a schiarirsi meglio la mente.
Dopo l’incontro con Onofrio e Sebastiano, assisterà di nascosto a tutte le loro prove. Affascinato, si imbeverà di tutti i loro interscambi, come se una nuova storia volesse essere scritta.
Dopo la disfatta della rappresentazione dello spettacolo, nella stanza di Pirandello, le personificazioni di Bastiano e Nofrio andranno a fargli visita, si manifesteranno con le loro ragioni.
L’uno accuserà l’altro di tradimento e falsità, raccontando aneddoti del passato, ma Pirandello chiederà loro di lasciarlo e di mettersi in coda, di ripassare in un altro momento. La sua mente è già sovraccarica di personaggi che vogliono che venga raccontata la loro storia, bussano e parlano, pretendono la loro voce e che venga esternata all’esterno della sua fantasia, questo rende stremato l’autore.
La pellicola rende chiaro e visibile il processo, perfetto, quanto tormento e confusione ci sia nella mente di uno scrittore, quanto sia sconfinata ed estenuante starle dietro. Non c’è linearità, è un calderone pieno di possibilità da cui attingere.
Pirandello può osservarli, decifrarli e sembra conoscere tutto su di loro. Allo stesso tempo, è totalmente impotente. Parlare con loro è necessario, le idee che si mescolano, la poco chiarezza tutta insieme, i nuovi stimoli dall’esterno che donano una nuova chiave di lettura o che rendono tutto più difficile, incomprensibile.
Chi ha la priorità? Quale storia è meritevole di essere raccontata? Quali personaggi sono i più adatti per lo scopo? Qual è il risultato che ne uscirà fuori? E sarà quello che si era pianificato all’inizio?
Ho in mente una stranezza.
Il film
La Stranezza è un film in costume, girato in Sicilia. Rende giustizia al contesto storico raccontato, spaziando le riprese tra Palermo, Trapani, Erice e Catania.
La pellicola si avvale sia dell’italiano sia del dialetto siciliano con tutte le sue sfumature. Sono presenti sottotitoli laddove è necessario, quando si entra dentro una lingua sconosciuta ai più.
Picone e Ficarra interpretano personalità familiari che li hanno caratterizzati nella loro carriera.
Il personaggio di Ficarra, Bastiano, è spinoso e furbo, non molto colto, estremamente geloso della sorella e senza particolare grazia. Quello di Picone, Nofrio, è uno studioso, sfortunato e bistrattato.
Riescono a renderli perfetti e credibili.
Le battute sono brillanti e i dialoghi splendidi, rendendo la dialettica tra i personaggi corale e coerente. Non vi è nulla di stonato e si apprezza con piacere.
La fotografia è molto bene curata, come i costumi, e la regia è delicata, seguendo perfettamente lo scenario che si presenza e si radica in Pirandello, dando inizio a ciò che lo porterà a scrivere una delle sue opere più famose: Sei personaggi in cerca d’autore.
Il momento è chiaro, i pedoni sono disposti e la fantasia può dar vita alla magia.
Toni Servillo ha caratterizzato in modo esemplare Pirandello, i suoi sentimenti, le sue pene, i tormenti che lo accerchiano, così come il momento dell’epifania che lo coglie inaspettato, coronato dalla meraviglia.
Siamo qua in cerca d’un autore.
Considerazioni
Ho molto apprezzato La Stranezza. Mette in scena qualcosa di nuovo nel cinema italiano, e lo racconta nel modo migliore, senza creare confusione o contraddicendosi.
È un lavoro meticoloso e sopraffino, nulla è lasciato al caso. Tutti dialoghi e le parole hanno uno scopo, le immagini accompagnano il tutto rendendogli giustizia e portando lo spettatole ad entrare in sintonia con l’autore. A seguire tutte le vicende di quelle strane personalità con cui è entrato in contatto.
Fin dall’inizio è chiaro che verremo guidati davanti a ciò che renderà reale Sei personaggi in cerca d’autore, ma nessuno sa come avverrà ed è splendido rimanere a guadare, confabulare, teorizzare, finché il mistero non sarà svelato, rimanendo deliziati, accompagnati da divertimento e drammatizzazione, esattamente nello spirito di Pirandello.
Ma è un film per tutti?
Se non si ha chiara la meccanica di Sei personaggi in cerca d’autore, anche una conoscenza base, forse potrebbe risultare un po’ ostico e difficilmente fruibile, benché sulla scena risulti piuttosto chiaro.
È chiaro che sia una pellicola che richieda attenzione, e non ci si debba limitare ai fronzoli divertenti a cui assistiamo, mentre il cuore prende vita davanti ai nostri occhi.
Sei personaggi in cerca d’autore prende davvero consistenza all’interno del film. Viene mostrato il duro lavoro che vi è dietro, come metterlo in scena nel modo migliore e come viene accolto dal pubblico alla prima rappresentazione che non ha alcuna idea di cosa aspettarsi.
Abbiamo una sintesi della parte iniziale che introdurrà, lentamente, i personaggi e le loro dinamiche, come sia strutturato, fino a saltare ed assistere direttamente al finale dello spettacolo.
Ma se vi dicessi che i sei personaggi in cerca d’autore fossero in realtà sette? Questo purtroppo non è presente all’interno del film, tagliando di netto un personaggio fondamentale, ma suppongo avrebbe potuto creare eccessiva confusione a chi non ha una buona conoscenza dell’opera di Pirandello.
Ma c’è qualcos’altro che attirerà l’attenzione dello spettatore: chi è il vero protagonista de La Stranezza?
Chi altri, se non i personaggi stessi. Pirandello è esclusivamente un osservatore.
Rimane il dubbio se esista un confine tra realtà e finzione e cosa accada quando il dubbio insorge.
Non m’era mai capitata una cosa simile! Mi hanno fatto perdere una giornata!









