Dopo quasi tre anni di assenza Stranger Things è tornato sulla piattaforma Netflix, stavolta più terrificante, lungo e con più personaggi di prima.
I Duffer Brothers, per contenere tutta la storia con le sue sotto trame, hanno optato per nove episodi totali e dividere la stagione in due volumi. Il primo volume è composto da 7 episodi da circa 80 minuti l’uno. In realtà sono molto scorrevoli e sembra quasi che durino di meno.
Tanto materiale narrativo permette di sviluppare storie diverse all’interno dei singoli episodi. Ed è la prima volta che succede.
I protagonisti sono in città diverse: Undici è in California insieme alla famiglia Byers, mentre Mike, Max, Dustin e Lucas sono rimasti nella “maledetta” città di Hawkins. Luoghi lontani migliaia di chilometri ma stesso “problema” da affrontare, il primo anno di liceo, che mette alla prova la loro finora indissolubile amicizia. Ogni personaggio compie un percorso di crescita personale, entrando a tutti gli effetti nell’età dell’adolescenza e apparendo per certi versi più maturo e consapevole di sé stesso.
Trama
Questo Stranger Things 4 scinde la propria narrazione in strade distinte, disegnate dalle vicende dei vari personaggi. È bene quindi riflettere sulle singole strade e sui probabili singoli sviluppi prima di addentrarci in un finale univoco. Una divisione del genere ci offre quindi più spunti.
Sono passati sei mesi dalla battaglia di Starcourt che ha portato terrore e distruzione a Hawkins. Mentre affrontano le conseguenze di quanto successo i protagonisti si separano per la prima volta, e le difficoltà del liceo non facilitano le cose.
Will (Noah Schnapp), sua madre Joyce (Winona Ryder), Jonathan (Charlie Heaton) ed Undici (Millie Bobbie Brown) si sono trasferiti in California. Le vacanze di primavera sono l’occasione giusta perché Mike (Finn Wolfhard) raggiunga l’amico e la fidanzata. Ma presto si rende conto che le cose stanno diversamente rispetto a quanto credeva.
Ad Hawkins, intanto, una nuova minaccia giunge dal Sottosopra, legata a un terribile omicidio del passato per cui è stato rinchiuso in un ospedale psichiatrico Victor Creel (Robert Englund). Gli amici devono unire nuovamente le forze per capire come fermare questo nuovo nemico.
Dalla Russia, infine, Hopper (David Harbour) -sopravvissuto al finale della terza stagione- cerca di avvertire Joyce che è ancora vivo…
Minutaggio sfruttato al meglio
Il lavoro di intreccio creato dai due fratelli statunitensi è davvero sorprendente. Nonostante la durata degli episodi, ogni tassello va esattamente dove dovrebbe andare e per quanto potrà sembrarvi magari ostico, a livello di percezione, la durata di ogni singolo episodio, quello che rimane alla fine è che ogni minuto è stato sfruttato alla perfezione. Si, anche nell’ultimo episodio di questo primo volume.
Lodevole, inoltre, come la conclusione di questa prima parte non sia il classifico cliffhanger che lascia con il fiato sospeso, l’amaro in bocca e la sensazione di vuoto.
Fermo restando che il 1 Luglio è più vicino di quanto possiamo credere, la rivelazione finale sa trovare perfettamente il suo bilanciamento tra effetto shock e momenti di digestione di tutte le informazioni ricevute in questo momento. E non sono poche.
La serie matura insieme ai suoi personaggi
La maturità di questa stagione, e quindi il suo tono più cupo e dark, ha una duplice valenza. Il genere, appunto, viene utilizzato per approfondire e sviscerare lo stato d’animo dei personaggi. Tenebra e angoscia sono sicuramente gli elementi fondamentali di questa stagione, poco da dire. Chi in un modo e chi nell’altro, sembrano quasi venir avvelenati da questo male che, in parole molto povere, si chiama crescita. Ma questo non è solo metafora. Le atmosfere horror le possiamo davvero vedere con i nostri occhi.
Un coraggio inaspettato. Un salto nel vuoto che potrebbe costare caro ma che, in fondo, nel complesso funziona. Ovvio che non si parla di grandi scene splatter o stati tensione e suspense intollerabili, ma l’immaginario è decisamente quello di Craven/Carpenter.
Un Villain molto interessante
Nella stagione 4 di Stranger Things abbiamo un nuovo antagonista che si muove secondo dinamiche diverse rispetto al passato ed è questo uno degli aspetti che rende il nuovo ciclo di episodi diverso e più cupo, ma è anche vero che i Duffer Brothers hanno usato questi nuovi elementi per approfondire e ampliare la mitologia della serie, piuttosto che modificarla: Stranger Things 4 esplora il passato di Hawkins, scava in eventi di 30 anni prima (sfruttando anche una guest star di rilievo come Robert Englund) e definisce alcuni risvolti che hanno condotto agli eventi che abbiamo già conosciuto in precedenza.
D&D è ancora più presente
I fan di Stranger Things sanno benissimo quanto Dungeons & Dragons abbia fatto parte della serie Netflix e nella nuova stagione continua ad essere un elemento importante della lore, dando vita però qualche problema con i concittadini di Hawkins.
La quarta stagione della serie Netflix, infatti, porta sul piccolo schermo la questione legata al panico morale che si è sviluppato attorno a Dungeons & Dragons: nella sua lunga storia, infatti, il celebre gioco di ruolo è stato accusato di promuovere l’occulto e di indurre le persone a compiere atti violenti. Fortunatamente, oggi è tutt’altra storia e D&D viene considerato un gioco adatto a tutti.
Molto più Horror
Stranger Things, non è stato mai così horror come ora. Ci sono chiari riferimenti alla serie di film dedicata a Nightmare, lo si capisce dalle dinamiche che porta avanti il villain di turno.
Le morti sono numerose e molto più cruente rispetto alle stagioni precedenti.
Conclusioni
Mi sono goduto tutta la serie, senza nemmeno accorgermi della lunghezza degli episodi. Il ritmo di narrazione è veloce, la sequenza delle scene è stata studiata bene, questo rende tutto molto leggero. È sicuramente la stagione più horror vista finora e ci sono chiari riferimenti a Nightmare. Spiccano su tutti le interpretazioni di David Harbour e Robert Englund. Non ho apprezzato l’arco narrativo con Mike, Will e Jonathan, che non porta avanti la trama risultando quasi inutile.
Tutti i ragazzi sono maturati, sicuramente troppo per l’età mostrata su schermo.
A parte questi difetti, è stata una stagione piena di citazioni e che finalmente ha sfruttato D&D, rendendolo un vero e proprio elemento di sceneggiatura.
Interessante
lo guarderò
Una delle migliori serie Netflix
Sembra interessante 👍👍
Una serie davvero particolare sicuramente non facile…
vorrei guardarla
Una serie davvero particolare
Bellissima recensione, grazie
Bello
Non è il mio genere