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Love, Death and Robots stagione 3: Molti bassi e pochi alti

La recensione di Love, Death + Robots 3, la serie Netflix continua a essere visivamente strabiliante, ma delude su certi aspetti

Love, Death + Robots è una delle serie di animazione originali Netflix più originali.
Come si intuisce dal titolo parla di amore, ma soprattutto di morte e robot, e lo fa in modo molto esplicito, tanto che la serie stessa è vietata ai minori di 18 anni. Giunta alla sua terza stagione, Love, Death + Robots si conferma ancora una volta una perla rara, seppure con qualche eccezione meno riuscita. Vediamo quindi la recensione di ogni episodio della terza stagione di Love, Death & Robots, senza troppe spiegazioni che possano rovinarvene la visione.

Jibaro

Visivamente incredibile. Se non fosse per alcuni movimenti meno realistici, sembrerebbe di trovarsi di fronte ad un film con attori in carne ed ossa. Da gustare a tutto volume, perché l’audio è croce e delizia di questo episodio, che vede un cavaliere sordo contrapporsi ad una sirena/banshee. Non c’è molto da capire né da spiegare: dovete solo perdervi nella loro danza fatta di tanto sangue, senza chiedervi il perché.

Sepolti in sale a volta

Graficamente uno dei migliori episodi di tutta la terza stagione di Love, Death + Robots, con una trama che non dà tutte le risposte, ma nemmeno ti lascia con chissà quali domande, né necessita di particolari spiegazioni. La partenza è un po’ in sordina e allude ad uno sviluppo della trama di tipo diverso da quello che poi sarà, ma in breve assistiamo ad una continua carneficina, fino alla fine, con scene mutuate da vari videogiochi (da Diablo in giù, fate voi).

Mason e i ratti

Simpaticissimo episodio quello del fattore Mason alle prese con l’evoluzione dei ratti che infestano il suo granaio. Perfetto in tutto: dallo stile dell’animazione, alla trama semplice, forse un pelo prevedibile, ma ironica e sul pezzo al punto giusto. Anche qui non manca il sangue e quintali di topi maciullati.

Sciame

Anche qui c’è un senso di déjàvu, ma forse il finale non è esattamente quello che avreste previsto, e almeno non necessita di alcuna spiegazione. C’è un perenne senso di “claustrofobia” che vi terrà comunque incollati alla visione fino alla fine, con un buon livello di realismo delle animazioni, ed alcune scene inevitabilmente per palati forti. Quello che lascia a desiderare è la risoluzione del tutto, con un finale che rimane aperto e fa stizzire chi si aspettava altro.

Morte allo squadrone della morte

Semplice e diretto, senza alcun risvolto psicologico. Lo squadrone della morte spara un sacco, ma il suo avversario è un tipo ostico: un robo-orso creato dalla CIA, che è più inarrestabile di un Terminator. Ecco, diciamo che l’originalità qui non è certo di casa, ma l’animazione è carina ed in linea col senso “casinaro” dell’episodio. Non manca un po’ di sangue/splatter, ma meno crudo che non in altre puntate, grazie appunto allo stile cartoon. Rimane molto leggero e tamarro, perfetto per chi si vuole fare due risate.

La notte dei minimorti

L’episodio più geniale di tutta la terza stagione di Love, Death + Robots. Originale la regia, originale la trama ed a suo modo comic. Perfetto il tipo di animazione; e poi è breve, diretto e non c’è nulla da capire. Non è la solita apocalisse zombie, di questo potete stare sicuri. Inutile commentarlo ulteriormente perché le parole non renderebbero comunque l’idea e rischierebbero solo di rovinarvene la visione.

La pulsazione della macchina

L’episodio più visionario dell’intera stagione, uno di quelli dei quali è meglio non chiedere la spiegazione. Ambientato su Io, uno dei satelliti naturali di Giove, ha per protagonista una esploratrice in cerca di salvezza, la cui mente è sempre più disturbata dai farmaci che si somministra per cercare di cavarsela. Lo stile visivo rispecchia bene il senso dell’episodio, ma è proprio il senso dell’episodio ad essere piuttosto difficile da afferrare. Sicuramente l’episodio più noioso che merita solo a livello visivo.

Un brutto viaggio

Il brutto viaggio cui fa riferimento il titolo è quello di una nave, attaccata da un Thanapode, un mostro simile ad un enorme granchio. Gli equilibri di potere a bordo sono molto delicati dopo che la creatura si stabilisce nella stiva, ed il protagonista è così difficile da etichettare, che certe sue scelte alla fine vi lasceranno con il classico dubbio: “ma perché?”. Una spiegazione che nessuno potrà darvi, perché l’episodio sarà già finito.

Nonostante alcuni dubbi è comunque scritto bene e a livello grafico merita molto. Probabilmente uno dei più cattivi della stagione, che lo rendono uno dei migliori. C’è molto splatter/viscidume, ed è solo per stomaci forti.

Tre Robot: Strategie d’uscita

“Tre Robot” era il titolo del primo episodio della prima stagione di Love, Death + Robots, che aveva per protagonisti appunto tre simpatici e cinici robot, in un mondo post-apocalittico: la Terra. Il trio ritorna ora, ancora più sprezzante di prima, mostrandoci la possibile fine dell’umanità, con tanto di cameo finale che non ti aspetti. È uno degli episodi più azzeccati e divertenti dell’intera terza stagione.

Conclusioni

Avendo visto anche le altre due stagioni precedenti Love, Death + Robots sono rimasto scontento.
Mi aspettavo maggiore omogeneità con la qualità generale degli episodi, che eccellano soprattutto in grafica e tecnica di animazione, poco in originalità e scrittura. Ci sono alcuni episodi noiosi o includenti che rendono la terza stagione molto altalenante come gradimento. Su nove episodi se ne salvano tre o quattro. Per me i migliori sono: La notte dei minimorti; Mason e i ratti e Morte allo squadrone della morte; Tre Robot: Strategie d’uscita che nonostante la lor semplicità risultano quelli più simpatici, godibili e geniali a modo loro.

Tra questi mi è piaciuto molto Un brutto viaggio, per la sua crudeltà e perché rispetto agli altri episodi ha sicuramente una scrittura più complessa. Il resto degli episodi li ho trovati noiosi e inconcludenti, pronti a mostrare i muscoli solo con la loro grafica. Un vero peccato visto la qualità delle precedenti stagioni.

 


Dario Esposito

In arte Mr.Zero, sono un autore e sceneggiatore appassionato di scrittura creativa. Amo il cinema e tutto ciò che è Nerd, in particolar modo il genere fantasy, i fumetti e i giochi di ruolo.

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