Dopo quattro anni dal film precedente Jurassic World – Il dominio è finalmente arrivato nelle sale italiane, con ben una settimana di anticipo rispetto all’uscita statunitense.
Il capitolo conclusivo della saga giurassica aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori film del franchise: grandi ritorni ed effetto nostalgia, tanti dinosauri e budget stellare. Peccato che il risultato è completamente diverso da quello sperato. Jurassic World – Il dominio è un film eccessivamente lungo e privo delle atmosfere iconiche della saga originale.
Jurassic Park, prima, e Jurassic World, poi, sono entrati nell’immaginario collettivo come simboli della cultura pop. I dinosauri affascinano e intrattengono il pubblico da generazioni perciò l’attesa verso questa pellicola era del tutto comprensibile.
Steven Spielberg con Jurassic Park ha creato un universo affascinante e dal potenziale pressoché inesauribile, sia dal punto di vista cinematografico che seriale. Peccato che gli eredi (Colin Trevorrow e J.A. Bayona) del regista premio Oscar non siano stati in grado di ripetere la magia.
La pellicola ha diversi problemi in quasi tutti i reparti: dalla sceneggiatura, alla regia fino ad arrivare al vero e proprio soggetto. Colin Trevorrow, regista del film e sceneggiatore della trilogia sequel, non è stato in grado di creare una storia solida e soddisfacente. Il soggetto di partenza era interessante e poteva fornire diversi spunti di riflessione, sfortunatamente l’intento iniziale si è perso nel corso dei capitoli.
Trama di Jurassic World – Il dominio
Partendo con ordine, il film si apre mostrando uno stralcio di vita quotidiana della popolazione mondiale dopo la distruzione di Isla Nublar avvenuta 4 anni prima.
I dinosauri non vengono più contenuti all’interno di Jurassic World, ma sono liberi e allo stato brado. L’uomo cerca di convivere con le creature preistoriche, ma le difficoltà sono enormi.
Owen (Chris Pratt) e Claire (Bryce Dallas Howard) sono i genitori adottivi della piccola Maisie (Isabella Sermon), primo clone umano della storia. La coppia cerca di proteggere la bambina dai bracconieri, che la stanno cercando. La ragazzina rappresenta una fonte preziosa per gli scienziati, che desiderano studiarne ed analizzarne nel dettaglio ogni caratteristica genetica.
Se nel film precedente si era scoperto che Maisie, in realtà, non era la nipote del fondatore di Jurassic Park, Benjamin Lockwood, ma un clone della figlia deceduta prematuramente, in questo sequel si apprende una nuova e sconvolgete verità sulla bambina.
Sceneggiatura brutta e ripetitiva
Il gradissimo problema di Jurassic World – Il dominio è la gestione dei tempi e la scrittura del soggetto.
Le 2 ore e 26 minuti di girato contenute nel montaggio finale non sono assolutamente necessarie per la storia raccontata. Il film è lungo e ripetitivo. Dinamiche viste più e più volte in soli pochi minuti, personaggi che prendono decisioni affrettate e poco logiche, in sostanza una sceneggiatura che sembra scritta in tutta fretta senza una reale visione d’insieme.
Effetto nostalgia non sfruttato abbastanza
Il ritorno dei personaggi della trilogia originale avrebbe potuto salvare le sorti della saga; purtroppo la loro presenza non è stata sufficiente.
Laura Dern, Sam Neill e Jeff Goldblum contribuiscono a ricreare l’atmosfera della saga anni ’90, ma i loro personaggi non vengono sfruttati a dovere. Sembrano inseriti per il solo gusto di richiamare i fan della saga di Spielberg. Un vero spreco.
Chris Pratt e Bryce Dallas Howard sono sempre molto carini nei loro ruoli, ma non del tutto convinti e quindi convincenti.
Montaggio fatto con i piedi
La regia di Colin Trevorrow è priva di momenti degni di nota; una mano da mestierante e non da autore.
Il montaggio presenta diversi problemi.
Svariate sequenze sono tagliate nel bel mezzo del momento saliente, per poi ripartire in un contesto completamente diverso. Troppi passaggi da una storyline ad un’altra senza collegamenti di ogni sorta, generando come unico effetto la pura confusione.
Un Villan di cui si poteva fare a meno
Il villain del film, in sostanza, è una macchietta, inserito soltanto perché un cattivone di riferimento va sempre posizionato a scopo identificato. Sarebbe stato molto più interessante lasciare come problematica principale la convivenza tra umani e dinosauri senza interferenze esterne.
Conclusioni
Nonostante il nome altisonante, Jurassic World – Il dominio tradisce le sue interessanti premesse, mettendo da parte persino i dinosauri per puntare l’attenzione su qualcosa di cui davvero non importa nulla.
Con lo sguardo costantemente rivolto al passato, Colin Trevorrow non è capace di sfruttare i meccanismi della nostalgia per creare un impianto narrativo coerente e strutturato.
Il film finisce per essere un catalogo di suggestioni e riferimenti, che accolgono anche elementi popolari estranei al franchise. Avventura, fantascienza, spy story cercano di convivere in una sceneggiatura piuttosto maldestra che non ha la raffinatezza necessaria per creare un equilibrio tra le parti.
Nonostante questo capitolo riesca a non annoiare mai, grazie anche a un ritmo particolarmente sostenuto, colpisce quanto alla fine lasci indifferenti.









Una fregatura a film
A me sinceramente non è mai piaciuto
mai stata fan
Se un film diventa ionico meglio non fare sequel o remake si rischia sempre di rovinare tutto! 😊
meglio l’originale!