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John Wick 4: Ancora più action

Il capitolo finale della saga action con Keanu Reeves, che ha scritto un nuovo modello per il cinema di genere

L’uomo in nero è tornato al cinema!
Da circa una settimana, sta mietendo il suo quarto successo di pubblico e critica. John Wick 4, diretto da Chad Stahelski, già regista dei tre precedenti capitoli, ha debuttato il 23 marzo nelle sale italiane.

Il quarto atto della saga creata da Derek Kolstad alza il minutaggio ma non perde la bussola. Ancora una volta la morte arriva da tutte la parti, nitida, elegante e precisa. Nuovi cattivi, nuovi sicari, nuova linfa vitale per il cinema d’azione.

John Wick trova ogni volta il suo punto di forza nelle scene d’azione dal momento che la trama rimane l’anello più debole. Tutto è partito, d’altronde, dall’uccisione di Daisy, cagnolina di Wick che porta Baba Yaga a cercare vendetta e a ritornare in quegli ambienti di cui si era liberato.

La storia, con gli anni, si è evoluta diventando un cult tra gli action movies e John Wick 4, il più lungo della saga con ben 2 ore e 50, ne è la dimostrazione. Azione allo stato puro, pistole e combattimenti senza tregua, con una fotografia geometrica e pulita tra Osaka, Parigi, New York e Berlino.

Trama di John Wick 4

John Wick 3 – Parabellum era terminato con il sicario davanti al re di Bowery, con il volto sfregiato pronto a contrastare la forza della Gran Tavola. Il quarto capitolo riprende riprende subito dopo.

Jonathan (Keanu Reeves) uccide l’Anziano, gerarchicamente superiore alla Gran Tavola. Nel frattempo a New York, il marchese Vincent de Gramont (Bill Skarsgård) convoca Winston (Ian McShane) e Charon (Lance Reddick), privando il primo della direzione del Continental ed uccidendo il secondo.

Il marchese, componente della Gran Tavola incontra a Parigi un ex membro, Caine (Donnie Yen) killer cieco esperto nelle arti marziali, affidandogli l’incarico di assassinare John Wick. Tuttavia su John Wick pesa una taglia che aumenta sempre di più, e che porta anche il Signor Nessuno (Shamier Anderson) a voler uccidere il sicario.

Il nostro protagonista si troverà ancora una volta a lottare, quasi sempre da solo, contro un’orda di nemici che lo vorrebbero morto.

C’è tantissima azione, ma proprio tanta

Chad Stahelski riesce a trattenere lo spettatore davanti allo schermo per quasi tre ore puntando però tutto sui combattimenti che occupano molto screen time. Non è una novità, dal momento che anche gli altri capitoli presentavano la stessa struttura, con una durata però assai inferiore.

Dunque su 169 minuti, per la maggior parte del tempo il sicario è impegnato a combattere, scansando centinaia di nemici, con il suo completo nero impeccabile. Più va avanti il film, più aumentano e si prolungano le scene d’azione.

Questo è il capitolo migliore a livello visivo

La regia, gradevole e intrigante come al solito, raggiunge qui degli apici creativi che confezionano il miglior prodotto della saga. E non dipende assolutamente dal budget, se tutti i film sono più o meno alla pari per qualità dell’azione, è il resto che qui è curato con una maestria invidiabile.

La fotografia orchestra monocromatismi e contrasti molto accesi. La musica accompagna, elogia e asseconda l’azione sullo schermo.

Riducendo poi al minimo indispensabile i dialoghi, il film diventa un poema visivo dove le parole sono rumori in mezzo alla battaglia. Niente sermoni o spiegazioni lunghe ed esaustive.

L’uomo che veniva dalla Cina

Donnie Yen arriva nel franchise di John Wick.
Ex sicario cieco ritiratosi dall’attività, rientra nel gioco per confrontarsi con l’uomo in nero, vecchio amico e suo specchio morale. Entrambi sono letali, onorevoli e desiderosi di una redenzione.

Non svelando molto del suo passato, il personaggio risulta misterioso e affascinante. Ha donato gli occhi per uscire dal controllo della Tavola, che però gli impedisce di stare vicino a sua figlia, e ha dei trascorsi con Koji.

Piccoli dettagli di un personaggio che avrà un suo sviluppo successivo, con approfondimenti del suo futuro e, magari, del suo passato.

Che fine farà la saga di John Wick?

Che non sia la fine della saga di John Wick ci sono pochi dubbi.
Il finale è più aperto di quello che può sembrare e la scena dopo i titoli di coda può aprire le porte ad eventuali spin off. Quello che è certo è che il franchise proseguirà con Ballerina, spin off con protagonista Ana de Armas e la serie The Continental.

Conclusioni

Questo film regala senza dubbio ai fan della saga ciò che volevano. Ha letteralmente preso gli elementi chiave del franchise e li ha amplificati il più possibile, dando una grande intensità a questo capitolo importantissimo per la storia narrata finora.

Tuttavia questo è davvero il limite massimo. Cercare di rilanciare ulteriormente sarebbe un errore, che porterebbe al declino della saga. O quantomeno al passaggio da un action con una solida base a un progetto sui supereroi in senso stretto, con un proverbiale salto dello squalo. Già in questo film ci è andato straordinariamente vicino.

Quindi ben vengano altri film di John Wick, basta non alzare ulteriormente l’asticella.


Dario Esposito

In arte Mr.Zero, sono un autore e sceneggiatore appassionato di scrittura creativa. Amo il cinema e tutto ciò che è Nerd, in particolar modo il genere fantasy, i fumetti e i giochi di ruolo.

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