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“Il potere del cane” – perché guardare questo film candidato agli Oscar 2022

No Spoiler
Il potere del cane” è un film diretto dalla regista Jane Campion, basato sul romanzo di Thomas Savage.
Si tratta di uno western psicologico che domina le nomination agli Oscar 2022 (ben 12, tra cui miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista, miglior attrice non protagonista e miglior film).
Rilasciato a Novembre del 2021 su Netflix, è composto da un cast invidiabile: Benedict Cumberbatch, Jesse Clemons, Kodi Smit-McPhee e Kristen Dunst. 
Vediamo assieme alcuni punti che rendono questo film un capolavoro.

Trama

Ambientato in Montana nel 1920, questo dramma segue la storia dei fratelli Phil e George Burbank, impegnati nel mandare avanti il loro ranch. I due sono particolarmente diversi, il primo più tosto e sfrontato; il secondo più timido e taciturno.
La monotonia della loro vita verrà sconvolta quando George incontrerà Rose (vedova e con un figlio adolescente di nome Peter), e se ne innamorerà, decidendo di sposarla contro la volontà del fratello.
George Burbank (Jesse Clemons) e Rose (Kristen Dunst)

Significato del titolo

Il titolo fa riferimento in primis alla collina rocciosa che fa da sfondo al ranch, in cui Phil riesce a vedere l’ombra di un cane in corsa (ombra che riescono a vedere solo tre persone: Phil, il suo ormai deceduto mentore Bronco Henry e il giovane Peter); inoltre “Il potere del cane” è ispirato al salmo 22:20 della bibbia: “Libera la mia anima dalla spada e il mio cuore dal potere del cane“. Il versetto sta a significare una volontà di essere liberi dalle imposizioni sociali e dal potere dei nemici.

Repressione di se stessi e mascolinità tossica

Il personaggio principale Phil è caratterizzato da molti strati che compongono la sua personalità. Questi strati contribuiscono al significato finale del film. Phil infatti nasconde qualcosa. Si comporta come il più burbero, il leader del gruppo dei cowboy. E’ tosto, duro, sta sempre al centro dell’attenzione. Phil deve compensare ciò che nasconde di se stesso. Non viene specificato in maniera esplicita che cosa, ma è evidente che si tratta di un problema legato alla sua sessualità (parla sempre di Bronco Henry quasi al limite della venerazione), oltre che ai cambiamenti sociali dell’epoca, che costringevano gli uomini a dover incorporare degli atteggiamenti al fine di “sopravvivere” alle avversità. Anche per questo Phil comincerà a tormentare non solo la moglie del fratello, ma anche suo figlio Peter.

Il giovane Peter (Kodi Smith – McPhee)

Illusione di superiorità

Phil bullizza Peter, il quale sembra “inferiore” e più debole rispetto al resto dei cowboy.
Tuttavia Peter mostra qualità e tratti che lo rendono “superiore” agli altri. Infatti, il giovane non ha paura ad essere se stesso, esprime in maniera genuina i suoi interessi nonostante vengano considerati canonicamente femminili.
Peter non ha bisogno di mascherare la sua persona dietro una facciata, è a suo agio con la sua personalità. Nel complesso dunque, è molto più in controllo del suo essere rispetto a Phil. Per questa ragione quest’ultimo vede nel ragazzo qualcosa che potrebbe, o sarebbe potuto, essere lui. Infatti nonostante abbia studiato lettere a Yale, e nonostante il suo amore per l’arte e la musica, ha preferito rimanere un cowboy.
Il tentativo di dominare Rose e il figlio è solo un modo per avere l’illusione di essere potente.
Phil Burbank (Benedict Cumberbatch) e Peter a cavallo

Messaggio finale

E’ difficile connettere con Phil in maniera autentica, per via della sua paura di essere semplicemente ciò che è. Reprimere se stessi (non per forza di cose solo dal punto di vista sessuale), per accontentare, o conformarsi, a delle fittizie aspettative della società, porta inevitabilmente all’alienazione e all’autodistruzione.
Questo è “il potere del cane”.


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