36 anni or sono il compianto Tony Scott portava sul grande schermo uno delle pellicole anni ottanta più amate di sempre, il Top Gun che lanciò definitivamente Tom Cruise come star di Hollywood, e che ancora oggi presenta tra le più coinvolgenti sequenze di combattimento aeree di sempre.
Lo sviluppo di un sequel è iniziato nel lontano 2010, quando la Paramount Pictures fece un’offerta a Jerry Bruckheimer e Tony Scott per realizzare un Top Gun 2, con Tom Cruise che avrebbe ripreso il suo ruolo dal film originale del 1986. Scott era assolutamente contrario ad un remake, ne voleva una rivisitazione dell’originale, ma voleva un nuovo film che si concentrasse sulla fine dell’era dei combattimenti aerei e sul ruolo dei droni nella moderna guerra aerea.
Dopo il suicidio di Scott nel 2012, il futuro del sequel è stato messo in discussione, ma il produttore Jerry Bruckheimer è rimasto impegnato nel progetto, soprattutto considerando l’interesse mostrato da Cruise e Val Kilmer, e così nel 2017 viene annunciato Top Gun: Maverick, che viene presentato come un sequel con il prosieguo della storia del personaggio di Cruise, il talentuoso e ribelle pilota di caccia da combattimento Pete “Maverick” Mitchell.
Trama
Oltre 30 anni dopo, il mondo è di nuovo in pericolo: uno stato nemico (palesemente la RUSSIA) è a un passo dallo sviluppo della sua atomica, mentre i budget per le spese militari calano e l’aviazione Usa è decisa a chiudere il programma Top Gun. Insomma: c’è ancora bisogno dell’indisciplinato, ostinato, superdecorato Pete “Maverick” Mitchell, richiamato all’Accademia in cui si è formato, per preparare una squadra d’elite dell’aviazione a stelle e strisce a una missione ad alto rischio, mai tentata prima.
Tornare, per Maverick significa reincontrare Jennifer Connelly, sua vecchia fiamma ora proprietaria dell’unico bar del luogo, ed anche far da istruttore a Bradley, figlio di Goose, lo, scomparso compagno di volo. A calarsi nel ruolo è Miles Teller, mentre Val Kilmer è di nuovo Tom “Iceman” Kazinsky, ormai ai vertici della gerarchia militare ed Ed Harris interpreta il glaciale ammiraglio avversario di Maverick. Dopo tensioni inevitabili, e l’altrettanto atteso scontro tra generazioni, la missione ha inizio.
Danger zone
Top Gun: Maverick si apre come l’originale, sullo sfondo risuona l’iconica “Top Gun Anthem” seguita dalla hit “Danger Zone” di Kenny Loggins, un intro che dichiara chiaramente gli intenti del duo Cruise / Bruckheimer, creare un effetto nostalgia nei fan di lunga data e chiarire da subito che l’originale “Top Gun” di Tony Scott sarà la base su cui costruire un sequel che rispetterà e citerà ad ogni piè sospinto l’originale.
Chiudere i conti con il passato
Top Gun: Maverick è il film che serve al suo protagonista a chiudere i conti aperti con il passato, un passato che è anche un presente e un futuro, incarnato in Bradley Bradshaw, detto “Rooster” (il Miles Teller di Whiplash), ovvero il figlio di Goose, che Maverick vede come un figlio e che ha cercato in passato di proteggere, a modo suo, creando così tra lui e il ragazzo una frattura difficile a ricomporsi.
Da questo punto di vista sono due i momenti chiave del film. Il primo arriva quando Maverick si confronta col vecchio amico Iceman, che mentre lui è passato solo da tenente a capitano, in questi quasi quarant’anni è diventato un pezzo grossissimo della Marina, e che per anni ha protetto Maverick dopo le sue bravate. Iceman, che è malato, come è stato malato Val Kilmer, e che parla scrivendo su un computer, dice a Maverick: “È arrivato il momento di lasciar andare il passato”. “Non so come si fa”, è la risposta.
Il secondo arriva invece nel corso di un confronto tra Maverick e Penny, personaggio interpretato da Jennifer Connelly, una sorta di ex di Maverick arrivata dopo la Charlie del primo film con cui il personaggio riallaccia rapporto e relazione. Penny ha una figlia adolescente, e rivela a Maverick che la scelta che ha fatto è di lasciare che la figlia avesse la libertà di fare i suoi errori, facendo un passo indietro. “Una scelta difficile”, commenta Maverick.
L’operazione nostalgia
Se Top Gun: Maverick è il film che serve al suo protagonista a chiudere i conti aperti con il passato, è di sicuro anche quello che serve allo spettatore, al suo spettatore ideale, a fare i conti col passato del cinema, e col film originale, e con il rapporto più o meno nostalgico e vintage con il cinema di trentasei anni fa.
E allora ecco che istinto o meno, l’operazione nostalgia funziona bene. Molto bene.
Perché ben gestita, perché mai artificiosa, perché capace di reale evocazione sentimentale.
Perché a funzionare è il rapporto del protagonista col passato, e perché l’investimento emotivo, nella replica del rapporto tra Maverick e Goose, facendo la stessa cosa con il figlio Rooster, dà i suoi frutti.
Funziona bene, molto bene, il rapporto che Top Gun: Maverick instaura con tutta la mitologia del film originale. Quello coi modelli e gli archetipi. Quello coi sentimenti. Con la gestione filmica degli oggetti e dei feticci.
Quando nelle fasi iniziali del film Maverick tira fuori dall’armadietto il giubbotto di pelle con le toppe, e sale in sella alla sua vecchia GPZ, c’è una misura e un contegno, che funzionano benissimo e stimolano l’immaginario e le emozioni senza però esagerare. E lo stesso vale per tanti altri oggetti e luoghi simbolo, per certe immagini iconiche, per la rielaborazione delle musiche. Perfino per i vecchi e oramai obsoleti F-14.
L’operazione di Top Gun: Maverick assomiglia tantissimo, come ideologia, come gestione e perfino come risultati, a quella di Ghostbusters: Legacy. O anche, se si vuole, al metodo Stallone applicato a Creed.
Ancorati al passato, ma con uno sguardo verso il futuro
Top Gun: Maverick non vive di solo passato. Tutt’altro, è rilanciato nel presente sotto forme nuove, con moto che assumono nuove forme, con personaggi che sono modellati su quelli di allora ma che hanno caratteristiche tutte nuove, e contemporanee (ad esempio, il nuovo Iceman, che si chiama Hangman).
Ma il presente è anche il presente del cinema e della tecnica, e quindi va detto che la tecnica delle scene aeree, che si tratti di addestramento o di reale combattimento, ha una qualità impressionante.
Conclusioni
Fin da quando è partita la mitica traccia “Danger zone” mi sono gasato a mille.
Avrò visto il primo film di Top Gun almeno una trentina di volte e vedere i continui rimandi al passato mi ha emozionato.
Tom Cruise ormai sembra aver fatto un patto con il diavolo. Se si va a raffrontare all’86, sembra sempre un ragazzo. Mi sono piaciute anche tutte le nuove leve, ben caratterizzate. Jon Hamm e Miles Teller sono stati bravi.
Le scene di combattimento aereo e la missione suicida nelle fasi finali, valgono il prezzo del biglietto e Maverick a questo giro è molto più introspettivo.
Un film perfetto sotto molti punti di vista, che accontenta gli appassionati del film cult degli anni 80 e piace a chi è abituato a un cinema moderno.









che meraviglia!grande Tom
Non mi piace il genere, ma adoro Tom Cruise
Tom Cruise è molto affascinante
che nostalgia!
Grande Tom ma ne è passata acqua sotto i ponti! 😊
Tom intramontabile
strafan di Tom!
immenso Tom
Una serie davvero particolare
Da vedere…
Sembra un bel film