Libri

“Nel cuore di Yamato”

Un assaggio della cultura nipponica

La Shimazaki con il suo libro “Nel cuore di Yamato”, ci accompagna dentro il cuore più intimo e profondo del Giappone, perché è proprio questo il significato di “Yamato”: Giappone, uno dei tanti nomi con cui veniva identificato in passato.

Attraverso cinque racconti che si intrecciano tra loro, i personaggi si raccontano e nello svolgersi di ogni singola storia, il lettore non può che rimanere incantato dalla successione incalzante degli eventi e dalle tematiche trattate. E attraverso un coinvolgimento sempre più profondo, è animato dal desiderio di scoprire fino in fondo, dove questo viaggio lo condurrà.

È riduttivo infatti, definire questo libro solo un racconto di fantasia. Ma rappresenta un’immersione a 360° dentro la società giapponese.

Ne ripercorre la storia dal dopoguerra ai giorni nostri, e ne trae un quadro che mostra la cultura nipponica nella sua essenza più complessa e autentica.

Maestra nel mescolare tradizioni e modernità, passato e presente, l’autrice accosta alle usanze più comuni (come la cerimonia del tè o l’ikebana), la vita degli “shosha-man”. Uomini sposati con la propria azienda.

Per questi impiegati, la lealtà e la dedizione al lavoro sono così assoluti, da sacrificare ogni cosa per compiacere un loro superiore. Da essere disposti a rinunciare al giorno di riposo, fino ad accettare lunghi e improvvisi trasferimenti all’Estero.

Accanto a questa categoria particolare di “salaryman”, scopriamo un altro caposaldo della società nipponica, la funzione fondamentale svolta dai “juku”, le scuole preparatorie.  Strutture molto diffuse in tutta la nazione,  aiutano e formano gli studenti ad accedere  presso i migliori licei e università del paese.

È l’amore che si respira in ogni pagina, e declinato in ogni sua forma, a rappresentare il vero cuore di questi racconti.

E la Shimazaki ne scrive le sue pagine più belle, scegliendo di raccontare le dinamiche dei matrimoni combinati: i “miai”, con tutte le contraddizioni che ne seguono.

Non sposarsi per amore ma principalmente per interesse. Conoscere il proprio coniuge il giorno delle nozze. Imparare a conoscersi solo dopo il matrimonio.

Al comune lettore occidentale tutto questo sembra illogico, forzato, eppure la Shimazaki ci spiega che non solo è possibile, ma è anche molto frequente e attuale. Ci fa capire che è solo un modo diverso di intendere i legami, non meno forte o autentico di quello che intendiamo noi per matrimonio.

Mia cara, ti aspetterò nell’altro mondo. Stai bene finché non ci rivedremo

sono le parole che un marito rivolge sul letto di morte alla propria moglie. Un ringraziamento ed una speranza.

Un amore che supera  i confini della vita. Chi di noi non vorrebbe sentirsi rivolgere queste parole e vivere un amore così intenso?

Come per il gioco delle matriosche, questo libro racchiude al suo interno un cuore straripante dei sentimenti. Spetterà al lettore scoprire il significato più profondo che si cela dietro ogni storia e a custodirne gelosamente i segreti.


Haru

Lettrice e amante della cultura nipponica

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