Esce oggi 15 marzo in tutte le librerie, sia quelle fisiche che online, “Il cuore è un organo“, opera d’esordio della poliedrica cantautrice e strumentista Francesca Michielin.
Edito da Mondadori, il suo può essere definito come un romanzo “travolgente e sincero”.
Reduce negli ultimi anni da due secondi posti al Festival di Sanremo e dall’esperienza dell’ultima edizione, dove ha diretto l’orchestra per il brano di Emma Marrone, l’artista di Bassano del Grappa ci stupisce cimentandosi nella narrativa.
Insieme al libro, come annunciato in un tweet dall’artista, vi è anche una canzone, Ottanio, che ci aiuta ad immergerci nelle atmosfere del racconto.
Una biografia che fa breccia nel cuore
Appartenente al genere biografico, Il cuore è un organo è una storia tutta al femminile.
Un racconto di due generazioni di cantanti agli antipodi, due mondi apparentemente inconciliabili ma che la comune passione per la musica, e un doloroso passato, faranno avvicinare.
È, innanzitutto, la storia di Verde (Veridiana), una giovane cantautrice catapultata in poco tempo, bruciando le tappe come si suol dire, all’apice del successo.
E’ la storia della vecchia Regina, cantante in là con gli anni e con un passato artistico di primissimo livello, ritiratasi ormai da anni dalle scene.
Deus ex machina dell’intera vicenda è Anna, che ha propiziato l’incontro tra queste due generazioni tanto distanti tra loro.
Un incontro, quello tra Verde e Regina, che conduce le due artiste a darsi forza a vicenda, che troverà espressione in una vera e propria rivoluzione.
Questa esperienza non solo le fortificherà, ma le renderà anche maggiormente disposte al cambiamento, a volersi più bene e ad accettarsi per come sono, ad accogliere come momenti di crescita sul cammino della vita gli errori fatti.
Un invito a rimanere fragili
L’opera prima della Michielin è, in sostanza, un invito a restare fragili, in un mondo dove la debolezza è vista come qualcosa di inaccettabile.
In una società dove l’imperativo dominante è quello di “essere” e di avere sempre e solo successo, Il cuore è un organo è un’esortazione ad accettarsi per quello che siamo, con tutte le nostre fragilità e gli errori che, inevitabilmente, possiamo commettere sul percorso dell’esistenza.
Un invito che una delle protagoniste del romanzo, Verde – giovanissima e affermata cantante – coglie dopo un casuale incontro con Anna, tanto più “introversa” rispetto alla giovane artista.
Questa finisce con l’istillare in Verde il dubbio che tutto ciò che sta facendo, l’amore per un ragazzo col quale sta “per abitudine”, il fare musica non per passione ma “per il piacere di piacere agli altri”, non rappresenti la sua reale essenza.
L’incontro con Regina farà comprendere a Verde che, in fondo, a venti anni è normale avere dubbi. Che è lecito, di tanto in tanto, lasciarsi andare.
Dall’alto della sua esperienza, di una carriera – e di una vita – basata spesso sull’eccentricità, Regina, consapevole di aver forse spesso gettato anni di vita, confessa a Verde:
Ho passato la vita a vivere e basta, senza farmi domande. E me ne pento, sai, Veridiana? Essere confusi non è sempre un male. Rendersi conto di non aver capito tutto può essere una salvezza e tu che puoi, continua a cercare, sempre.
Insomma, Il cuore è un organo ci ricorda di essere “umani”, di comprendere meglio che nessuno è infallibile. Non dobbiamo dare adito a coloro che si presentano come persone di successo e basta, poiché tutti, nel corso della propria vita, andremo incontro a incertezze, ponendoci domande la cui risposta è chiusa in noi.





Non sapevo fosse anche scrittrice, complimenti 👍
Lei non mi piace
mai piaciuta