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5 benefici del gioco degli scacchi

Il gioco degli scacchi è stato definito “uno dei più violenti al mondo”. Dopo il boom di popolarità seguito all’uscita della serie NetflixLa regina degli scacchi”, sembra esser tornato nel dimenticatoio. Lungi dall’essere una semplice attività ricreativa, esistono numerose evidenze riguardanti gli innumerevoli benefici cognitivi che conseguono ad un gioco costante. Vediamone alcuni.

La regina degli scacchi

1. Migliora le abilità cognitive

E’ chiaro che gli scacchi siano un gioco prevalentemente “d’intelligenza”. Si è spesso ritenuto che soltanto menti geniali siano esperti giocatori di scacchi (pensate, si dice che Bobby Fisher abbia un Q.I. di 180). Se questo è in parte vero, la relazione opposta è sicuramente più interessante. Pare che giocare, infatti, possa aumentare il vostro quoziente intellettivo nel giro di poco tempo. Insomma, non è il genio che fa il giocatore; è il giocatore che fa il genio.

Le attività stimolate durante una partita sono le più disparate. Pensate a quanta attenzione selettiva, problem solving, decision making (e più in generale, un costante lavoro delle funzioni esecutive) sia necessario per poter condurre una “battaglia” di questo tipo. Provare per credere!

Bobby Fischer nel 1960

2. Previene la demenza

Com’è noto, le malattie neurocognitive colpiscono funzioni molto importanti del cervello (tra le più importanti, certamente la memoria). Una delle più frequenti demenze è la patologia d’Alzheimer, in cui intervengono fattori genetici e una vasta gamma di fattori ambientali. Pur tenendo conto del principale fattore di rischio (l’età), pare che il gioco degli scacchi possa prevenire l’insorgenza di tali disturbi cognitivi. Inoltre, sembra alleviare i sintomi in coloro che ne sono già affetti, impattando in modo significativo sulla memoria. Un lavoro importante al riguardo è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine che ha sottoposto 500 partecipanti di età superiore ai 75 anni ad uno studio della durata di circa 5 anni. Il coinvolgimento in attività ricreative (compresi gli scacchi) sembrava ridurre del 35% la probabilità di sviluppare demenza.

3. Potenzia la creatività

Le definizioni di “creatività” sono molte, ma la maggior parte degli autori interessati al tema concorda nel ritenere che vi sia una stretta relazione tra questa e il problem solving. In quest’ottica non sono considerati creativi soltanto prodotti “esemplari” (romanzi, poesie, dipinti…), ma anche tutti i procedimenti che permettono di trovare soluzioni innovative a problemi complessi. Il gioco degli scacchi è, di per sé, un grande problema da risolvere. Si ha uno stato desiderato (dare scacco matto al re) e una serie di possibili vie per raggiungerlo. Nel mezzo, ci stanno le mosse dell’avversario. Il giocatore di scacchi è “creativo” quando individua uno schema, una mossa, precede le intenzioni del suo sfidante. Numerose ricerche supportano questa tesi. Giocare a scacchi chiamerebbe in causa l’emisfero destro (legato alla creatività, l’immaginazione e la fantasia); inoltre, i giocatori ottengono punteggi significativamente superiori nei test volti a misurare la creatività.

4. Plasmano il carattere

Aleksandr Alechin, V Campione del Mondo, parla così:

“Grazie agli scacchi ho temprato il mio carattere, perché questo gioco ci insegna ad essere obiettivi. Non si può diventare un Grande Maestro se non si impara a conoscere i propri errori ed i propri punti deboli, così come nella vita.”

Anche nel libro “Psicologia del giocatore di scacchi” viene evidenziato quanto i giocatori siano tutto fuorché “passivi”, come si crede nell’immaginario comune. Giocare a scacchi permette di sublimare l’aggressività tramite mezzi socialmente accettati, di avere pazienza, dedizione, calcolo. Può essere di grande aiuto all’autostima, in quanto la perdita o la vincita dipendono esclusivamente dalle proprie capacità (il che si riflette in un grado maggiore di locus of control interno.) Per locus of control interno si intende il credere d’essere responsabili degli eventi, piuttosto che imputare a cause esterne ciò che si è ottenuto (sfortuna, casualità). Sicuramente, quindi, concordo con Alechin quando sostiene che il gioco “tempri il carattere”. Il duello “psicologico”, infine, permette sicuramente il potenziamento di una qualità estremamente importante: la resilienza.

Aleksandr Alechin

5. Sono utili nel trattamento di alcune patologie

Proprio per il loro importante impatto sul cervello, gli scacchi possono essere molto utili in alcune patologie in cui vi siano deficit delle capacità cognitive. I risultati di diverse ricerche riportano che gli scacchi possano dare un importante contributo nel trattamento di patologie quali schizofrenia, sindrome di Asperger, disturbi dello spettro autistico, ADHD e  sindrome di Down. Sono state inoltre riscontrate diminuzione dei sintomi d’ansia in soggetti affetti da patologie ansiose.

Cosa aspettate? Iniziate a giocare! Vi sono diverse piattaforme online su cui potete allenarvi, tra cui le più note Chess.com e Lichess.org.

Oppure compra una scacchiera!


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5 Comments

  1. Bell’articolo! Gli scacchi mi piacevano un sacco quando ero piccola; ora è molto che non gioco più e ho perso l’allenamento… peccato.

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