Oggi 15 marzo è la giornata del fiocchetto lilla, ossia la giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare. Per alcune persone può sembrare un argomento poco rilevante, ed invece non è così.
Grazie ai dati riportati della Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare, durante la pandemia, c’è stato un aumento di questi casi.
Infatti, la SISDCA (Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare) riporta un incremento circa del 30% di nuovi casi e una crescita del 50%, invece, sulle richieste per una prima visita per DCA (Disturbi del comportamento alimentare).
Il numero maggiore di casi di disturbi alimentari riportati dalle statistiche degli ultimi 19 mesi sono: anoressia, bulimia e disturbi da alimentazione incontrollata. L’aumento è anche dovuto, secondo alcuni studiosi, a causa del Covid e delle restrizione della pandemia.
Inoltre, si evince che negli ultimi anni, la fascia d’età maggiormente colpita è scesa notevolmente; infatti arriviamo a pazienti che riportano un età di 12 anni. Quindi, ragazzi e ragazzi delle scuole medie.
Cosa sono i disturbi del comportamento alimentare?
Possiamo dire che, con questo termine, facciamo riferimento ad un disturbo o ad un disagio che è caratterizzato da un alterato rapporto tra il cibo ed il proprio corpo. Queste sono patologie complesse, caratterizzate quindi da un disfunzionale comportamento alimentare oltre ad una eccessiva preoccupazione per il peso. Quest’ultimo infine, ovviamente, va ad alterare la percezione dell’immagine corporea che si ha.
Inoltre, questi aspetti sono spesso correlati a bassi livelli di autostima.
I disturbi dell’alimentazione possono presentarsi anche in associazione ad altri disturbi psichici come ad esempio i disturbi d’ansia o dell’umore. Questo perché lo stato di salute fisica è compromesso dalla cattiva condotta alimentale. Possiamo dire che i disturbi del comportamento alimentare maggiormente diffusi sono l’obesità, l’anoressia nervosa e la bulimia.
Le stime degli ultimi anni, ritengono che la frequenza di queste malattie tra le giovani donne, siano dello 0,5% per l’anoressia, tra l’1% e il 2% per la bulimia. Quindi, possiamo affermare che circa il 5-6% della popolazione femminile, tra i 12 e i 15 anni, soffre di un patologico e alterato rapporto con l’alimentazione ed il proprio corpo.
Questa percentuale cresce ulteriormente del 10% se inseriamo tutti i disturbi parziali, ossia quelle situazioni non ancora patologiche, ma che potrebbero diventarlo.
Un altro dato allarmante che abbiamo evidenziato prima, è l’età delle ragazze coinvolte, sempre più giovani. Infatti il Ministero della Salute, durante una sua ricerca, ha evidenziato che per i disturbi d’anoressia e bulimia, durante gli ultimi decenni, c’è stato un notevole abbassamento dell’età dell’insorgenza. Molte sono, infatti, le diagnosi fatte in preadolescenza e nell’infanzia.
Questo aumento dei disturbi dei comportamenti alimentari è dovuto al vasto utilizzo dei social
Possiamo certamente dire che l’utilizzo in giovanissima età dei social network influenza notevolmente la stima ed i concetti di bellezza condivisa negli adolescenti.
Se nelle pubblicità, o nelle foto postate, le influencer appaiono tutte magre, con un corpo stupendo, o utilizzano filtri per rendersi più belle, questo può plasmare i giovani sul concetto di bello.
Certo, i disturbi di DCA sono sicuramente legati anche ad un profondo trascorso personale, ma sicuramente i social network sono un terreno fertile per ansie e paure per i più giovani. Soprattutto per quei ragazzi con poca autostima.
Il modo migliore è quindi quello di educare i ragazzi ad un uso intelligente e sano dei social media!
Inoltre, se percepite un disturbo del comportamento alimentare, in una persona a voi cara, recatevi subito da uno specialista.
Questo potrà aiutarla e capirne il motivo.