Se i siti di Pompei ed Ercolano sono indubbiamente fra i luoghi di interesse archeologico più visitati al mondo, non tutti sanno che, proprio in quell’area, si trovano alcune fra le ville di epoca romana più suggestive e meglio conservate al mondo.
Il fascino di questi ambienti è dato dato non solo dalla strepitosa posizione geografica in cui si trovano – ancora oggi, quasi a picco sul mare! – ma anche dallo straordinario stato di conservazione delle strutture e delle decorazioni presenti. Inoltre questi siti, essendo ancora oggi poco frequentati, restano al riparo dalle masse di turisti che ogni anno visitano i vicini parchi archeologici più celebri e permettono così al visitatore di muoversi in un’atmosfera profondamente immersiva che regala, senza il minimo sforzo d’immaginazione, un coinvolgente e straordinario tuffo nel passato.
Le ville stabiane
Le cosidette “ville stabiane” sorgono immediatamente a sud dei Pompei: le più significative da visitare sono Villa San Marco e Villa Arianna.
Stabia, all’epoca del massimo splendore delle vicine cittadine di Pompei ed Ercolano, era un piccolo luogo di villeggiatura posto leggermente più a sud, sul mare, appena al di sotto dei Monti Lattari (nella zona attuale, sorge Castellammare di Stabia): l’area, in antico, era occupata da varie ville d’otium residenziali, molto vaste ed abbellite da notevoli decorazioni pavimentali e murali, e da alcune “ville rustiche”, ovvero grandi abitazioni annesse ad estese aziende agricole, dedite in piccola parte anche all’allevamento.
Villa San Marco, il cui nome deriva dalla presenza di una cappella, oggi scomparsa, dedicata all’omonimo santo, è una vastissima villa d’otium residenziale che si estendeva per circa 11.000 mq: costruita in epoca augustea, fu forse abitata da un certo Narcissus, un liberto di cui sappiamo purtroppo ben poco, o dalla famiglia dei Virtii, sepolti lì vicino.
Gli scavi, iniziati in epoca borbonica, hanno riportato alla luce poco più di metà di questo enorme complesso: ed ecco, quindi, una serie infinita di ambienti affrescati con colori vividi e di complicati mosaici pavimentali che si aprono al visitatore. Atri, colonnati, cortili porticati affacciati sul mare, gradinate, ninfei, giardini interni, stanze private e di ricevimento riccamente decorate, vani di servizio, ed infine ambienti termali ben suddivisi, accolgono il turista stupefatto, oggi come allora!
L’ambiente sicuramente più sensazionale è il giardino con la piscina, lunga ben 36 metri. Quest’area della villa è talmente ben conservata da permettere al turista che si aggira all’interno di questi ambienti sontuosi, riparati e silenziosi, di calarsi con facilità nell’atmosfera del I secolo d.C., poco prima della famigerata eruzione del Vesuvio.
Villa Arianna è l’altra celebre villa d’otium che sorge nell’area di Stabia: il nome, in questo caso, deriva dalla figura mitologica raffigurata nell’affresco che abbellisce il triclinio.
Anch’essa è stata costruita in posizione panoramica e, nonostante siano stati riportati alla luce solo 2.500 mq della sua superficie totale, si conosce l’esatta estensione che doveva avere nel II secolo a.C.: anche in questo caso, circa 11.000 mq.
Scavata per la prima volta nella metà del 1700, la struttura ha rivelato una planimetria molto complessa, complicatasi nel corso degli anni in cui è stata utilizzata, quando, alla villa più antica originaria, se n’è affiancata e sovrapposta un’altra più recente, composta da nuovi vasti ambienti, peristili ed atri, una palestra e le terme. Anche qui, inutile ricordarlo, la posizione panoramica sul mare, l’eccezionalità delle decorazioni originarie pervenuteci e l’estensione degli ambienti visitabili, ricchissimi in mosaici, affreschi e stucchi coloratissimi, rende questo sito straordinario.
La villa di Poppea a Oplonti
A nord di Pompei, nella zona dell’attuale Torre Annunziata e dell’antica Oplontis, si trova la cosidetta “Villa di Poppea”. Appartenuta alla seconda moglie dell’imperatore Nerone, Poppea Sabina, questa villa d’otium, dalle dimensioni monumentali, colpisce per la ricchezza degli ambienti – riportati alla luce già nel 1700 – tanto da essere inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco insieme ai siti di Pompei ed Ercolano.
La villa risale al I secolo a.C. ed la sua proprietà è stata attribuita a Poppea sulla base di un’iscrizione di un’anfora trovata all’interno, che citava il nome di un suo liberto.
La parte a tutt’oggi visitabile non è molto estesa, poiché la presenza di una strada e di vari edifici soprastanti impediscono la prosecuzione degli scavi: tuttavia, anche in questo caso, giardini abbelliti da splendidi colonnati, atri, triclini, stanze private e saloni magnificamente affrescati, il quartiere termale, sale decorate con pavimenti a mosaico e pareti rivestite con lastre di marmo, e soprattutto la piscina, lunga 61 metri e larga 17, inserita in una giardino che all’epoca doveva essere ombreggiato da alberi e arbusti fioriti (di cui sono state identificate le radici, tramite la tecnica dei calchi), ci permettono ci capire come questo luogo fosse un vero paradiso.
Stupendo!!!
Le ho visitate, bellissime
sono molto sottovalutate
l’ho pensato anche io!dovrebbero valutarle e pubblicizzarle di più
che belle!
Tutto molto bello
vorrei visitarle
Tutto stupendo!
le ho visitate al liceo!
Che meraviglia purtroppo come tutti i tesori del sud Italia non valorizzate come dovrebbero cmq approfondiro’ artcolo molto interessante.
Che meraviglia
poco conosciute
Bellissimo, spero di poterlo visitare prima o poi