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Spider-Man: Across the Spider-Verse – La via più difficile è quella giusta

Morales nel delirio del multiverso. Un caleidoscopio di idee e immagini che fa da ponte a una trilogia

Miles Morales è tornato in azione sul grande schermo.

Dopo quasi cinque anni da quella folgorazione che fu la sua prima avventura, è finalmente nelle sale Spider-Man: Across the Spider-Verse. È un’avventura che riprende lo spirito dell’originale sotto tantissimi aspetti, a partire dall’ambizione.

Facciamolo ancora una volta

Dopo quel primo contatto con il Multiverso, ma soprattutto la vita da supereroe, si è lasciato Miles da solo nel suo mondo, pronto a iniziare la sua carriera da Spider-Man. Ora è passato del tempo e l’eroe si è ambientato, anche se la strada è ancora lunga. E come si sa incrocerà nuovamente quelle di altre persone che, come lui, hanno avuto un contatto con ragni speciali.

Lo si è visto nella scena post-credit del primo film: Miguel O’Hara, alias Spider-Man 2099, è impegnato in un qualche tipo di missione che riguarda il Multiverso, e ha monitorato con attenzione le vicende che hanno coinvolto Miles. Ma quali sono i suoi obiettivi? E se ora lo Spidey di Terra-1610 ha riportato tutto all’ordine, perché dovrebbe esserci ancora bisogno di Miguel?

Si tratta di una storia decisamente complessa, che avrà a che fare con il Multiverso e realtà diverse da quelle che si è conosciuto finora.

Trama

Essere adolescenti non è facile, ma diventa ancora più complicato se nel frattempo si è diventati eroi.
Miles Morales trova più difficile affrontare i propri genitori che combattere contro i malviventi di turno e, elaborata la morte dello zio Aaron, è combattuto tra la vita da eroe mascherato e quella da brillante studente.

Non c’è troppo tempo però per riflettere sugli equilibri familiari.
Lo strambo scienziato Jonathan Ohnn, dopo esser finito nel flusso di energia di un acceleratore di particelle, si trasforma in Macchia, antagonista che può creare portali nella materia per mettere in atto i propri piani criminali.

Miles faticherà a capire come gestire da solo la sua nuova vita, finché non si renderà conto che sta pagando il prezzo del dominio dell’ordine sul caos. Presto ritroverà di nuovo sul suo cammino Gwen Stacy/Spider-Woman e Peter B. Parker/Spider-Man, ma anche il controverso Miguel O’Hara/Spider-Man 2099, insieme alle infinite varianti che compongono la Spider-Society, una sorta di grandissima squadra di cui fanno parte le ‘spider-persone’ del multiverso.

La lezione di The LEGO Movie 2

Spider-Man: Un nuovo universo è stato un successo eclatante, ma soprattutto trasversale. Ha conquistato il pubblico dei fumetti e quello che se ne tiene lontano, gli amanti dell’animazione e chi la vede con pregiudizio, la critica e il botteghino, addirittura gli Oscar. Non solo, ma ha conquistato gli Studios facendosi approvare due sequel e, indirettamente, tutta una serie di “spin-off concorrenti” che hanno cercato di replicarne lo stile narrativo e soprattutto di animazione.

Davanti a un successo del genere, c’è una strada comoda da seguire: il more of the same.
Basta aprire la lista lunghissima di grandi avversari di Spider-Man, mettergli in mano un piano malvagio per distruggere la Terra, inventarsi una scusa per riportare i personaggi del primo film e portare a casa qualche altro centinaio di milioni di dollari. Ma Lord e Miller, forse memori di quanto visto con The LEGO Movie 2, hanno scelto un’altra strada, quella più impegnativa.

Per questo sono andati a pescare un personaggio secondario come la Macchia per il ruolo di villain principale. Per questo hanno creato una storia intricata, che si prende i suoi tempi, con un primo atto che dura più di un’ora. E per questo non sono corsi a richiamare tutti gli elementi del primo film, ma anzi hanno ricostruito, allargando i confini di quanto visto e per certi versi muovendosi solo in nuove direzioni.

Hanno fatto quello che dovrebbe fare un buon sequel: rilanciare sugli elementi più profondi, non solo quelli superficiali. E quello che ha colpito della prima avventura di Miles c’è tutto in questo seguito e per certi versi anche di più.

Il capitolo di mezzo ideale

Questo nuovo film si porta dietro un carico non indifferente di aspettative e gioca con loro in maniera ottimale. Una danza di bastone e carota, che dà qualcosa e lo toglie, che tocca le corde più profonde e regala qualche fanservice, che sa toccare corde profonde e accompagnarle a gag leggerissime.

Il tutto con l’obiettivo di creare, di porre le basi, di sviluppare trame e incroci. Un lavoro certosino che necessariamente guarda a ciò che verrà, ma che lungo la strada tocca picchi di incredibile qualità.

Conclusioni

Se c’è un aspetto che nessuno, neanche gli stessi Lord e Miller, è davvero riuscito a replicare del primo film è il suo stile di animazione. Spesso imitato, come dicevamo più sopra, ma mai davvero allo stesso livello.

E tecnicamente neanche in Spider-Man: Across the Spider-Verse avviene, perché si sale ancora e ancora di più. Ogni fotogramma è un capolavoro, attraversando una varietà di approcci unica, ma capace di restare sempre coerente. Un’esperienza cinematografica straordinaria da non lasciarsi sfuggire.

Restiamo in attesa di una conclusione, che promette di essere straordinaria.


Dario Esposito

In arte Mr.Zero, sono un autore e sceneggiatore appassionato di scrittura creativa. Amo il cinema e tutto ciò che è Nerd, in particolar modo il genere fantasy, i fumetti e i giochi di ruolo.

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