La Sirenetta, il nuovo live action Disney del 2023, è diretto dal candidato all’Oscar Rob Marshall e interpretato da Halle Bailey.
In sala dal 24 maggio e in streaming su Disney+ a settembre 2023, La Sirenetta è il riadattamento del classico d’animazione del 1989, che con il suo straordinario successo dettò le regole per il cosiddetto “rinascimento Disney”.
Trama
Ariel è una sirena curiosa, intelligente e dotata di una voce ammaliante, che vive nel profondo del mare insieme al padre, il Dio Tritone (Javier Bardem) e le sue numerose sorelle, provenienti da tutti i mari. Il suo spirito ribelle e anticonformista fa sì che la sirena si accompagni con tre impacciati abitanti del sottosuolo marino: il granchio Sebastian (doppiato nella versione italiana dal cantante Mahmood), il pesciolino Flounder e la sula bassana Scuttle.
Insieme ai suoi amici, Ariel raccoglie i ‘tesori’ smarriti in mare dagli umani, da cui è affascinata, e la sua immensa voglia di conoscenza la spingerà sempre più in superficie, finché non incontrerà il principe Eric (Jonah Hauer-King). Da lì inizierà un percorso che la porterà ad affrontare una terribile minaccia e le grandi scelte che, inevitabilmente la vita impone di fare. In particolare, la minaccia è rappresentata dalla zia Ursula (Melissa McCarthy) che, esiliata dal Re Tritone per la sua brama di potere, cercherà di utilizzare i suoi poteri manipolatori per far cadere Ariel in una trappola mortale.
La nuova sirenetta abbatte i confini
La storia della giovane sirena Ariel, che si ribella ad un futuro già scritto per abbracciare l’amore, è un classico senza tempo, che gli studi d’animazione Disney avevano adattato per una visione accattivante della ribellione giovanile, creando un legame empatico con quelle che diventarono le storie delle principesse Disney.
Questa operazione commerciale è ancora più viva in questo adattamento live action de La Sirenetta, che vede una protagonista diversa dai canoni della fiaba tradizionale, un rimaneggiamento della sceneggiatura e la volontà di raccontare una storia di culture e popoli.
Le polemiche che hanno animato i dibattiti dei mesi scorsi sono del tutto sterili.
La bravura dell’attrice protagonista e l’adattamento del mondo terreno e marino sono coerenti con l’idea di una narrazione che utilizza il canovaccio originale per costruire un arco narrativo a tratti indipendente. Ogni cambiamento è giustificato e non pretestuoso.
Oltre all’aspetto della protagonista, a cambiare è anche l’ambientazione, che passa dalla Danimarca ad un’isola immaginaria dei Caraibi, con tanto di popolazione locale, usi, costumi e danze che aiutano l’inserimento della nuova sceneggiatura nel contesto generale.
C’è davvero bisogno di questi live action?
A dispetto della coerenza, purtroppo La Sirenetta di Rob Marshall non offre allo spettatore la stessa sensazione di stupore e coinvolgimento del film d’animazione; ma questo è un difetto comune a tutti i live action proposti finora. Quasi ogni adattamento Disney risente di mancanze importanti, che siano in fase di scrittura, regia, scenografia o casting. Sembrano ‘compitini’ fatti solo per non scadere i diritti, e verrebbe da pensare che spesso lo sono.
Probabilmente la natura stessa dei film d’animazione rende difficile la trasposizione in carne e ossa, che deve fare i conti sia con il budget, che con il tocco del regista chiamato in questo difficile compito. In questo adattamento Marshall e il suo team creativo riescono a dotare il film di personalità, ma anche in questo caso non mancano gli errori, seppur decisamente minori.
C’è poca ironia, ma alla fine è comunque godibile
La fotografia risulta troppo sintetica, estremamente fluorescente, mentre al contrario in alcune sequenze vi è un fotorealismo ricercato, come nella rappresentazione di alcuni ambienti marini. Il sorriso di Halle Bailey e la sua carica bilanciano il ritmo lento del principe Eric, interpretato da un Jonah Hauer-King che spinge poco sul personaggio risultando di scarsa presenza scenica.
Un punto in meno anche per la mancanza di ironia e la perdita di alcuni aspetti divertenti del film d’animazione, che in questo adattamento vengono meno per privilegiarne l’elemento romantico.
La villain Ursula, tra le più cattive ed interessanti streghe Disney, è interpretata con grande carisma da Melissa McCarthy, che conferma le sue doti attoriali e dona una personalità contemporanea al personaggio. La storyline della villain manca, però, di approfondimento. In un film che vuole esaltare la quota “femminista”, non è un bene.
In fin dei conti La Sirenetta del 2023 rispecchia pregi e difetti di un genere in via d’evoluzione, ma rimane un prodotto godibile, che celebra valori e sentimenti universali.
Conclusioni
Lo script di Ron Clements e John Muskets diede alla fiaba di Hans Christian Andersen un tocco di modernità, anche grazie alla declinazione nella forma del musical, su cui il remake con attori in carne e ossa fa ancora più affidamento. La sfida di misurarsi con un capolavoro dell’animazione Disney è però vinta solo a metà.
La “nuova” Sirenetta riesce a emozionare il pubblico con una storia ben limata ed evidentemente ha anche l’intento ‘didattico’ di promuovere nelle nuove generazioni l’idea di inclusività color blind della Disney del terzo millennio (pur sacrificando parte del botteghino con la scelta di una protagonista di un’altra etnia).
Al netto di ogni polemica su un’attrice principale che non rispecchia la Ariel con l’iconica chioma rossa e la pelle d’avorio che tutti hanno amato, rimane però un film piegato dai giganteschi limiti del fotorealismo.
Il live action manca di tutta la parte più fantasiosa che caratterizzò l’originale, e cerca maldestramente di compensarla con un’estetica a tratti inverosimilmente kitsch.